Incontrovertibile, questo è un film per famiglie anzi per i più piccoli. Dopo aver dominato, senza peraltro alcun rivale, la programmazione estiva nelle nostre sale cinematografiche, ora sta gradualmente lasciando il posto a ben più fantascientifiche pellicole. Per la gioia di grandi e piccini Jim Carrey, il Re dei trasformisti, è tornato proponendoci un vero e proprio film per famiglie. Non siamo, infatti, di fronte all’ennesima produzione che fornisca un alibi agli adulti per andare al cinema al “solo scopo di accontentare i bimbi”, bensì qui il destinatario finale frequenta davvero le elementari e vede il canale cinema “family“!

 

Opera la cui realizzazione, per il protagonista unico ed indiscusso, deve essere stata una passeggiata: Carrey sfoggia il suo miglior repertorio di smorfie e gag e non vi sono altri comprimari oltre ai pinguini coi quali debba confrontarsi. Il film è lui, motivo per cui il tutto si percepisce come due ore di buon intrattenimento ad uso e consumo esclusivo di coloro che sono in età scolastica. Noi, pur non annoiandoci, non ci saremmo mai cimentati nella visione di quest’opera ben fatta ma che nulla aggiunge alla storia del cinema se non vi fosse stata la necessità di recensione. Nessuna drammaticità da Truman Show e nessuna intrusione a fantasilandia come in The Mask, da Ace Ventura si prendono in prestito solo gli animali ma non la comicità demenziale per maggiorenni e con A Christmas Carol vi è un comun denominatore, quello di essere la trasposizione di un racconto per ragazzi scritto un secolo fa e ambientato in una stagione dell’anno che ci ha fatto più volte domandare per quale motivo questo film sia stato distribuito durante i giorni più caldi del calendario!

 

Mr Popper è un agente immobiliare newyorkese, ricco, divorziato ma ancora legato alla sua ex-moglie, con due figli (uno dei quali adolescente), che durante l’affare più importante della sua vita, riceve in eredità una squadra di pinguini che gli scombussoleranno la quotidianità e… l’appartamento. Ma alla fine, saranno occasione per comprendere quali siano le vere priorità: quindi pinguini – pretesto per (ri)trovare una armonia familiare ed un dialogo con i propri cari che solo apparentemente prima esisteva e pinguini per provocare una riflessione sull’affetto, l’amicizia ed in generale su tutti quei valori importanti per l’essere umano. Pinguini – metafora dei rapporti umani e frutto del cambiamento di un uomo, ognuno che incarna un difetto comune nei bipedi senzienti e dotati di uso della parola quindi specchio impietoso di noialtri.

Il regista Mark Waters mette tutto nelle mani di un solo attore, poi ci regala un cameo di Angela Lansbury e si concede una vacanza. Tutto stereotipato, tutto grondante buonismo e perbenismo, tutto già visto, insomma un cliché tale da essere animato di vita propria e da non implicare sovrumani sforzi. Oltre alla favola natalizia, il cui dvd andrà sicuramente a ruba durante le prossime festività, non rimane altro. Peccato.

Adatto esclusivamente ad una family night.

 

 

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