Rientri in città e dopo 24 ore hai una vera e propria crisi d’astinenza da cinema, perché i Festival del film hanno anche degli effetti collaterali, quali appunto disabituarti all’incontro diretto con i raggi solari, farti soffrire l’assenza di proiezioni mattutine e abbandonarti nell’impossibilità di vedere su grande schermo anche sei pellicole consecutivamente. Solo che la settimana di Ferragosto, a Milano, le sale cinematografiche miracolosamente aperte tendono a riproporre i successi della conclusa stagione oppure timidamente azzardano pellicole che per partito preso riteniamo deboli, altrimenti perché condannarle al suicidio? La sala sarà sicuramente deserta!
Non è il caso di “Come ammazzare il capo… e vivere felici”, che offre un gran cast nei panni di personaggi tanto bizzarri quanto comici e (ahi-noi) la cui versione sbiadita ci pare di incontrare tutti i giorni quando arriviamo al lavoro. Ma non è finita qui, il film ci regala la sensazione di non essere gli ultimi esseri umani ad abitare la città: nonostante la distribuzione agostana non abbia per nulla favorito l’incasso, l’affluenza è inspiegabilmente notevole.
Nell’anno della commedia imperante, il testa a testa tra Francia e Stati Uniti che aveva visto vittoriosi i cuginetti d’oltralpe durante luglio, li trova invece in difficoltà in questa seconda metà di agosto. Horrible Bosses (titolo originale della pellicola) ci propone tre capi terribili: un Kevin Spacey sfruttatore dei dipendenti e maniaco del controllo sino alla paranoia (che va ben oltre le pareti dell’ufficio); un Colin Farrell fuori come un balcone che vede l’azienda di famiglia come una grande vacca da mungere per soddisfare tutti i suoi bisogni di depravato e drogato; e una Jennifer Aniston che, per la gioia dei maschietti appare sulla scena indossando per lo più completini intimi in stile “non vedo tutto ma immagino un sacco” mentre cerca di sedurre senza sosta il suo assistente.
Tra gli impiegati stremati che si improvvisano killer, peraltro con risultati davvero pessimi (che sia a causa degli strampalati consigli di Jamie Foxx?), ritroviamo Jason Bateman alla sua seconda apparizione al fianco di Jennifer Aniston, cosa che ci fa maliziosamente pensare che la coppia si trovi così bene sul set grazie ad una amicizia che vada oltre gli obblighi contrattuali (eh eh eh); Jason Sudeikis che in tre anni è riuscito a comparire in tutte le commedie di successo che siano state prodotte e date in pasto al grande pubblico e Charlie Day, comico emergente e molto noto in patria.
Questa commedia è un costante crescendo, dove spesso gli altri crollano lei supera la prova brillantemente arrivando alle battute finali più forte che mai. Supportata da un cast che sa far ridere, da uno script comico al limite del folle (ma che non supera mai il confine che lo renderebbe demenziale) e condita dal giusto pizzico di suspense e continui ribaltoni, che con il proseguire della storia diverranno sempre più incalzanti, ci fa sentire il profumo di una “Una notte da leoni” rimanendone sempre a debita distanza: timore reverenziale o voglia di fare diversamente, fatto sta che questo film è meno comico ma più malizioso e brillante e soprattutto è una perfetta parodia del mondo del lavoro.
L’unica vera domanda, a cui non ho ancora trovato risposta, è quale asso nella manica possa avere il regista Seth Gordon per trovare denaro a sufficienza per arruolare una valanga di super star e comici in un periodo in cui quelli più grandi di lui devono accantonare progetti già in lavorazione per assenza di fondi.
Comunque sia, ci piace, fa ridere, non è sguaiato, è ben ritmato e stupisce. Direi un perfetto inizio stagione
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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