Sarà che in tv non li becco mai, o sarà che – festival a parte – sono un po’ complessi da trovare in programmazione nelle sale, ma a me i corti piacciono proprio tanto…
Pillole di corti da Locarno – “Pardi di Domani” Concorso Internazionale
Gruppo 1
Dopo un ballottaggio con “Do you have a story?”, voyeuristico corto croato sulla relazione di coppia, nel Gruppo 1 decido di propendere per “Neighbours” di Josh Levinsky: sedici minuti inglesi tutti in bianco e nero in cui il rapporto di vicinato si trasforma ogni sera alle 18 in una lotta assolutamente non metaforica e senza esclusione di colpi. Un po’ di Fight Club ed una bella spruzzata di Kafka in una pellicola dal giusto ritmo e dai molti significati.
Nel secondo gruppo, scelgo senza troppe esitazioni “Vegtelen Percek” (“Infinite minutes”), una produzione tutta est europea diretta dall’ungherese Cecilia Felmeri.
Una storia intrigante ambientata in un ospedale e narrata con un continuo ribaltamento dei piani temporali: dal patologo che colleziona calchi di tatuaggi alla paziente ricoverata per uno scompenso cardiaco, fino al direttore della struttura fulminato mentre è a letto con la psicologa, in un filo narrativo comune che li raccoglie intelligentemente.
Gruppo 3
Nel terzo gruppo ho cercato di superare i sentimenti nazionali, ma il corto che mi ha convinto di più è stato proprio “Il respiro dell’arco” di Enrico Maria Artale. Una intensissima protagonista, a metà fra una Lisbeth del tiro con l’arco ed una mitologica Nemesi vendicativa, in una storia nerissima venata di sanguinolento che soddisfa le mie tendenze thrilleristiche.
Gruppo 4
Lo so, lo so, è la mia passione per l’assurdo che mi farà operare questa scelta, ma non riesco a resistere: dopo le frecce insanguinate de “Il respiro dell’arco” mi ci voleva proprio la storia di un uomo il cui braccio sinistro decide – improvvisamente – di prendere il controllo della situazione. E’ il tema di “Links-Rechts” (“Left-right”), deliziosa produzione belga in cui l’assenza di dialogo non si soffre minimamente.
Gruppo 5
Inevitabilmente girato in bianco e nero, il corto-non-troppo-corto “Les Enfants de la nuit” (27 minuti) ha il pregio di far tuffare lo spettatore in una trama che si sviluppa nel corso della seconda guerra mondiale fra amori improbabili e naturalmente contrastati. Henriette, figlia di partigiani prende una bella cotta per un soldato nazista.
Gruppo 6
Nel gruppo più ricco di pellicole interessanti, scelgo di dedicare un pensiero a “The balcony affair”: il regista canadese Jamie Cussen si diletta e ci diverte con la storia di un sentimento, vissuto da un balcone all’altro. Protagonisti due anziani costretti in casa dalla prole, in un sentimento fatto di sguardi e gesti al di là della strada tra due condomini antistanti.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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