In omaggio al Festival del Film di Locarno, che ci sta ospitando negli ultimi giorni, questa settimana proponiamo la classifica dei libri con una variante: a seguire, i titoli dei dieci volumi più venduti nel Canton Ticino. Scopriremo con piacere che la componente “locale” ha ancora una sua rilevanza!
Dalla decima alla sesta posizione. I tre fanalini di coda sono romanzi certamente noti anche in Italia ma che non hanno conosciuto l’ebbrezza dell’alta classifica nella nostra penisola: si tratta di “Tutto per amore” di Catherine Dunne (ottava), de “La vita accanto” di Mariapia Veladiano (nona) e de “L’amante del Re” di Candace Robb. La buona notizia? Non vi è traccia di Zafon. Quella meno buona? Fa pesare la sua inquietante presenza “Il linguaggio segreto dei fiori” di Diffenbaugh: la storia di una ragazza in grado di comunicare solo attraverso i fiori affascina anche i rossocrociati e si posiziona sesta, appena prima del centenario di Jonas Jonasson (settimo, appunto) di cui vi abbiamo già raccontato qui
Nelle due posizioni che precedono il podio troviamo Andrea Vitali con “La leggenda del morto contento”, romanzo virato al giallo in cui la navigazione ha un ruolo centrale – ed essendo Vitali comasco non poteva essere altrimenti – e “Un filo d’olio” di Simonetta Agnello Hornby: non si tratta dell’ennesimo libro di ricette, ma di un autobiografico, nostalgico e sicilianissimo romanzo.
Il terzo posto accomuna le classifiche italiane e quelle ticinesi: in entrambi troneggia con la medaglia di bronzo al collo “Il gioco degli specchi”, ultima avventura del commissario Montalbano nato da penna e fantasia di Andrea Camilleri. Ne abbiamo parlato qui.
Alla seconda posizione una sorpresa assoluta: “Non invitarmi al tuo matrimonio” di Matteo Pelli, romanzo giovane e sui giovani al momento piuttosto ignorato in Italia. La spiegazione? Matteo è svizzero e fa un sacco di cose: cantante, giornalista, conduttore di trasmissioni televisive. Logico che in patria sia più seguito!
Domina nel Ticino e veleggia al primo posto: “La cavalcata dei morti” di Fred Vargas (nel link la nostra recensione). La giallista francese riesce evidentemente a toccare corde comuni un po’ in tutta Europa.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.