A metà concerto ormai il gruppo era lanciato, i volumi aggiustati e anche la pioggia ha dato il suo contributo nel creare la giusta atmosfera, per cui la serata è stata un crescendo.
La sezione ritmica era precisa e potente, Miles, anche se non in forma perfetta, si è rivelato una scelta ottimale, riuscendo a spaziare tra i numerosi timbri vocali dei cantanti originali dei brani, non facendo rimpiangere neanche Axl e dando una impronta personale ai pezzi. Immancabile un brano solista di Slash – in fondo era il SUO show – che parte, come d’abitudine, dal tema de Il Padrino.
I momenti migliori della serata sono stati certamente l’interpretazione elettrica di Patience (che Slash ha dedicato alle vittime della Norvegia), Sweet Child of Mine (gli assoli sono stati eseguiti nota per nota come sul disco, del resto la perfezione non è migliorabile e per fortuna quest’anno nessuno ha rotto la chitarra di Slash) e i due bis finali. Inutile dire che su Paradise City tutto il pubblico si è scatenato in 5 minuti di immancabile pogo.
In conclusione, una bella serata a chiusura del Milano Jazz Festival (che di jazz non aveva proprio nulla, ma va bene così), in attesa di un nuovo disco del chitarrista più famoso del pianeta.
SLASH – live all’Arena Civica di Milano – 28 Luglio 2011
02. Mean Bone
03. Sucker Train Blues
04. Nightrain
05. Rocket Queen
06. Civil War
07. Back From Cali
08. Promise
09. Starlight
10. Nothing To Say
11. My Michelle
12. Doctor Alibi
13. Speed Parade
14. Jizz Da Pit
15. Just Like Anything
16. Patience
17. Godfather Theme (ASSOLO)
18. Sweet Child O’ Mine
19. Slither
bis
20. By The Sword
21. Paradise City
Non deve essere facile destreggiarsi fra plettro e tastiera, fra una chitarra ed una recensione. Loris ci riesce perfettamente, e – quando non è impegnato a suonare con La Stazione Dei Pensieri – ci regala playlist musicali ed impressioni dal mondo delle sette note, con qualche felice deviazione godereccia.