Ho trascorso la mattinata ad ascoltare quattro signori con i quali normalmente non ho occasione di bere un caffè. Il giorno in cui ricorre la presa della Bastiglia, a Milano si è tenuta una conferenza stampa particolare, tutta nostra, anzi tutta per noi italiani, di presentazione della 64ma edizione del Festival del Film di Locarno. E io, che sulle strade tra Locarno ed Ascona ho scoperto quanto sia meraviglioso avere una bici dotata di cambio Shimano, che ho imparato a rimanere in apnea su quelle sponde del Lago Maggiore e che ho trascorso tante serate estive con il naso all’insù seduta sui ciottoli di piazza Grande, non potevo sottrarmi da questa nuova avventura.
Puntualità tutta elvetica, introduzione del Console Generale Massimo Baggi in persona, frasi di rito, ringraziamenti e poi con molta chiarezza e semplicità ci sono state illustrate le novità del 2011. Olivier Père (direttore artistico della manifestazione) ci ha fatto venire l’acquolina in bocca confermando che vi saranno più di duecento pellicole, in concorso e non, una retrospettiva integrale dedicata a Vincente Minelli, molte prime visioni mondiali (anche alla presenza dei cast al completo – pronti ad incontrare Indiana Jones o James Bond in altre vesti?), premi alla carriera, tra i quali spiccano quelli a Claudia Cardinale e Abel Ferrara (che saranno presenti!) e immancabili nuovi azzardi come da tradizione, soprattutto dell’ultima decade, quando uno dei più vecchi festival del cinema del mondo (e il secondo di lingua italiana) ha iniziato ad essere sempre più ambito dai cineasti come vetrina dalla quale mostrare per la prima volta le proprie opere. Ed è così che quest’anno un occhio di riguardo sarà dedicato a quella grande e sempre più interessante fabbrica del cinema che è divenuta l’India e si farà pure un’incursione nel mondo dell’animazione.
La Svizzera sarà anche piccolina, ma la tradizione festivalina con ben 64 primavere sulle sue spalle e la cornice del lago Maggiore, in cui si terranno i dieci giorni di manifestazione, sono davvero unici. Ma soprattutto quella piazza, Grande in tutti i sensi, sempre viva, coi lunghi portici sotto cui è impossibile non incontrare turisti a caccia di refrigerio, coi suoi negozietti di ogni genere gremiti di giorno e le sue piccole osterie in cui, sedendosi all’aperto, si può godere durante i mesi estivi di una pizza sulle note dei più grandi musicisti del panorama mondiale o vedere in anteprima “Super 8” di J. J. Abrams (capiterà quest’anno!), con una acustica naturale migliore di tanti costosissimi e blasonatissimi teatri. Un Festival che osa, intraprende costantemente nuovi percorsi e per questo è divenuto riferimento per molti nuovi registi e che si può fregiare di essere stato quello che ha dato spazio e scoperto persone del calibro di Claude Chabrol, Stanley Kubrick, Paul Verhoeven, Milos Forman, Jim Jarmusch e Marco Bellocchio (grazie Wikipedia – a cui rinviamo per un incredibile elenco ben più nutrito!), ma anche una kermesse che non ha paura della gente comune e che con essa condivide ogni sera le pellicole sotto le stelle su uno dei più grandi schermi esistenti.
Noi con i nostri netbook, Nikon ed entusiasmo ci saremo e voi?
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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