L’arte di Man Ray in mostra a Villa Malpensata di Lugano (sino al 19 giugno!)

Lungolago perfetto per una gita domenicale, musica per tutto il mese nell’adiacente centro cittadino e tanti turisti fanno da cornice alla villa, con vista Ceresio, che ospita ancora per qualche giorno, in tutti i suoi tre piani, le tante e diverse opere di Man Ray, artista, che i più identificano con il grande fotografo di moda, che in realtà ha sperimentato, approfondito, analizzato le svariate sfaccettature del regno delle immagini ed è stato uno dei grandi protagonisti del rinnovamento artistico del ‘900.

Diciamocelo pure con serenità, il biglietto di ingresso è un salasso, però iPod-guida e guardaroba sono inclusi nonché necessari. Neppure la borsetta si può portare con sé, ma è subito chiaro che sia lo scotto da pagare se si vuole passeggiare in mezzo a scatti talvolta grandi poco più di un francobollo. Non si sono davvero tirati indietro gli organizzatori, che meritano quindi subito un plauso per essere riusciti a raccogliere più di trecento opere ed allestire un percorso che fosse allo stesso tempo cronologico e tematico. Cosa curiosa è che vi è un accompagnatore d’eccezione: l’autore stesso. Si possono infatti ascoltare interi passaggi dell’autobiografia (“Autoritratto”) scritta con ironia nel 1963 da Man Ray per raccontare la nascita e l’evoluzione della propria arte.

Emerge sin dall’ingresso la curiosità mista a fascino che questo artista aveva per le arti visive in generale, per la fotografia in particolare, e per le donne. Fin da subito è chiaro che il suo percorso artistico sia stato suddiviso da due tipologie di eventi: quelli storici (non dimentichiamo che è nato nel 1890) e le donne, muse e compagne di porzioni più o meno lunghe della sua vita.

Così partiamo con le litografie newyorkesi della gioventù, ci godiamo il paesaggio di campagna impresso sulle prime tele, sino ad arrivare alle foto degli esperimenti condotti con il futuro amico di una vita: Marcel Duchamp. Colui che lo accoglierà a Parigi e lo introdurrà nella cerchia degli artisti e con il quale continuerà a condividere le proprie creazioni, dalle rayografie (e non vi dirò cosa sono!), ai filmini surrealisti, alla riscoperta della solarizzazione. Quest’ultima soprattutto adottata per ritrarre e far risaltare il meglio delle dame che egli ritraeva, diventate icone di bellezza e simbolo di un’epoca che non c’è più.

Non riesco proprio ad immaginare come dovesse essere vivere durante quegli anni nella Ville Lumière o nella Grande Mela ed onestamente un po’ mi spiace, tutto quel fermento artistico… Forse per questo motivo sono rimasta catturata al punto di trascorrere la maggior parte del mio pomeriggio all’interno di Villa Malpensata. Un viaggio a 360° nella vita del fotografo, regista, artista, pittore, scultore  e nella sua arte che fece scuola e segnò indelebilmente un’epoca. Spiace quindi concludere con una nota dolente: la splendida audio guida non è godibile, anzi procura un vero mal di testa (sic!) a causa del percorso che propone le opere in successione spesso assai differente dalle tracce audio – da bacchettate sulle dita!!!

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  • Non posso esimermi dal commentare con entusiasmo la recensione della mostra, scritta con raffinata eleganza e sensibilità di pensiero!

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