Recensione film: Four Lions

Attenzione dettagli della trama presenti!

Quattro micetti e pure un po’ ritardati altro che leoni!

E poi, cos’è sta cosa che negli ultimi film i protagonisti, tutti un po’ svalvolati, debbano essere “leoni”?!?

Come si suol dire, buona l’dea, ma… ci siamo dimenticati dello svolgimento nonostante i 97 minuti a disposizione? E noi eravamo li, pieni di speranze e pure un po’ increduli all’idea che qualcuno si fosse addentrato in un territorio così impervio come ironizzare, quasi fare una parodia, non del mondo islamico in generale ma addirittura della jihad, del terrorismo e dei kamikaze, del loro arruolamento e della loro preparazione prima dell’azione.

Qui vediamo quattro rimbambiti che cercano in tutti i modi di saltare per aria da martiri e, alla fine, all’altro mondo ci andranno, ma coerentemente con le proprie capacità, ossia da perfetti idioti!

Pellicola per lo più ambientata nel Regno Unito, parentesi pakistana a parte, che si apre con dei provini per un video rivendicativo di un fantomatico attentato tutto da organizzare. Inutile dire che il gruppo, dall’assortimento improbabile, non abbia la benché minima idea di come si organizzi alcunché. Due di loro riusciranno pure a finire in un campo di addestramento, ma creeranno uno scompiglio tale da far scappare lontano (da loro!) chiunque. Il caso vuole che una volta rimpatriati si impegnino sino a raggiungere l’auto-eliminazione.

 

Film attento a non offendere mai Il Profeta (e vorrei ben vedere), ma che non ha prestato altrettanta attenzione nello svolgere la trama. Come se non fosse abbastanza, sembrava di assistere alla (brutta) versione adeguata ai tempi di “Scemo e più Scemo”… mamma mia che tristezza! Pensare che alle spalle pare vi sia stato un meticoloso lavoro di ricerca svolto dal regista, Chris Morris, dal quale è emerso che nella rete terroristica vi sia realmente un elevato tasso di improvvisazione e di altrettanta ignoranza, combine che provoca situazioni surreali degne delle migliori scene di cabaret! Ciò nonostante l’opera non raggiunge mai un alto livello di comicità, lo spettatore non si sganascia dal ridere, al massimo aggrotta il sopracciglio perché le battute si dimenticano di essere taglienti e/o sarcastiche, e, ovviamente, il grottesco si comprende dopo il primo quarto d’ora che non lo si raggiungerà mai.

Tanto meno vi è traccia di cinismo, di satira (politica) e di condimento in salsa politicamente scorretta, si rimane solo in compagnia della propria perplessità e, posto che questo è il debutto alla regia di Mr. Morris, ci domandiamo se non sia il caso che si dedichi al più presto ad attività differente dalla creazione di black comedy. Inutile quindi credere  possa addentrarsi nel filone drammatico: nessun pugno nello stomaco, assenza di spunti di riflessione e nessuna situazione c.d. ad effetto. Si può serenamente definire questa come un’’opera insipida, insicura, un “vorrei ma non posso” o un “aiuto, non so più dove andare”!

 

Insomma, qui con tutta la buona volontà non c’è un gran che di sostanza, al massimo si abbozza qualche sorriso e si prova dispiacere perché in altre e più sapienti mani avrebbe potuto essere pellicola esplosiva :)

 

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