L’ultimo film prima della premiazione della XIIIma edizione del Far East Film Festival 2011 è stato il remake del colosso americano “What Women Want”, con Mel Gibson ed il premio Oscar Helen Hunt. Ardito vero? Detto così sembra che il regista avesse una propensione al suicidio. Al contrario! Ha preso due super star, ha serrato ancor di più il ritmo, ha ingentilito il prodotto e questa trasposizione con gli occhi a mandorla (si si avete capito bene, è cinese!) risulta g o d i b i l i s s i m a. Certo, a noi che siamo cresciuti andando alla ricerca della versione originale (asiatica!) dei nostri horror preferiti (made in USA), fa un po’ impressione veder accadere il contrario, ma ci abitueremo presto ;)
Il cast non ha nulla da invidiare all’originario, anzi trovo Gong Li più coinvolgente ed espressiva del suo biondissimo alter ego americano, e Andy Lau, che forse i più associano a “La foresta dei Pugnali volanti”, dimostra grande versatilità ed esperienza nella commedia. Il carismatico duo, complice la regia dell’attore Chen Daming, ci mostra una Cina inedita, nuova, diversa da come ce la immaginiamo, molto globalizzata, decisamente più simile a noi nonostante le notizie che tutti i giorni leggiamo. Pare che, anche laggiù, la popolazione (per lo meno una fetta crescente), sia stata contagiata dalla voglia di emergere, dallo stacanovismo, dalla bramosia di successo e che le donne diano filo da torcere agli uomini concorrendo alle medesime qualifiche professionali e non… ma tu guarda un po’… :)
La narrazione è briosa, ben cadenzata, con un primo tempo dedicato alla esilarante presentazione dei protagonisti ed una seconda parte che sviluppando i loro caratteri ci porta rapidamente all’immedesimazione e, perché no, a sognare un poco (noi che non siamo più abituati!), forse proprio perché molto meno sdolcinata della versione a stelle e strisce. Il motivo è pratico e (sembra sia) legato ad una censura più intransigente rispetto alla nostra che tuttavia non mortifica il risultato finale. Anzi, forse, priva la pellicola del crollo che si avverte nella seconda ora dell’originale.
Storia di due creativi che lavorano nella medesima azienda. Lui è un veterano che vede sfumare la promozione a favore dell’ultima arrivata, colei che è un vero squalo, bella, brillante, estroversa ed estremamente competente, l’astro nascente che tutti si contendono. Ma una sera, lui rimane letteralmente folgorato nella vasca da bagno di casa e non muore. Al contrario, acquisisce la capacità di udire i pensieri delle donne, cosa che si rivelerà l’asso nella manica necessario ad ottenere il ruolo di Direttore al momento affidato ad una donna (appunto) ed a conoscere di più il gentil sesso.
Si avverte fin da subito che le variazioni saran minime, in certi punti quasi impercettibili. A molti ciò ha dato fastidio ad altri ha intrigato – il gioco è diventato “scopri la differenza”. Io ho preferito imboccare questa seconda via, godermi lo spettacolo e subire il c.d. fascino orientale. Il risultato è interessante e potrei scommettere che a qualche adolescente sia pure girata la testa :)
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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