I grandi classici di Mks: Insonnia d’amore

Se nel giorno di San Valentino vi capita di incontrare un ordinario tipo che indossa maschera da hockey e imbraccia un motosega, fate attenzione! Ah no, quello è l’avvertimento per Halloween  E per di più i pignoli mi direbbero che confondo “Halloween” con “Venerdì 13”, ma io parlavo della festa…. Venendo invece alla “nostra” festa, sia che lo incontrate o no, il tipo con la motosega, fate però molta, davvero molta, più attenzione! Potrebbe capitarvi di essere invitati al cinema a guardare strane pellicole, o veder trasmesso in tv un qualcosa tipo…. “Insonnia D’Amore”!!! Brrrr….. scappate, salvatevi, forse siete ancora in tempo!

Storia di un vedovo che cambia città per allontanarsi dai luoghi che gli ricordano l’amata moglie, ritenendo chiuso per sempre il suo rapporto con l’amore. Questo, finché il piccolo ma intraprendente figlio non decide di chiamare una seguitissima trasmissione radiofonica (è ben noto che i bambini di nemmeno 8 anni ascoltino le psicologhe la sera!). La conduttrice  riuscirà a convincere il protagonista  non solo a parlare con lei ma anche a raccontare in diretta ciò che provava per la defunta moglie. Sarà così che farà innamorare centinaia di donne (cavolo, ecco la tecnica per far cadere ai miei piedi le donne: restare vedovo e avere un figlio che fa tutto il “lavoro” per me!) tra le quali una Meg Ryan, felicemente fidanzata ed in procinto di sposarsi. Lei svilupperà una specie di ossessione che la spingerà ad un improbabile avanti/indietro tra due estremi degli Stati Uniti  sino ad un finale tutto “magia, sentimento,ecc…” (affatto scontato, eh?!?).

Ahi ahi, temo che potrebbe toccarmi l’anno prossimo la visione di “C’è Posta per te”, stessi protagonisti dell’altro film, e scommetterei stesso finale…. Capo, ti prego, dammi da rivedere le 3 ore cadauno di “i sette samurai” di Kurosawa e de “Il settimo sigillo” di Bergman, sarò sofferenza meno disumana!

Inutile dire che non sono un amante delle commedie romantiche, anzi…. le detesto! Le considero “diseducative”, offrono una rappresentazione distorta e lontana dalla realtà, per non dire opposta. Il lieto fine non è un “punto a favore” del genere, anche se ovviamente necessario, considerata la natura “leggera” dei film.

Ebbene qui ho fatto un grosso sforzo e mi sono predisposto ad una visione senza pregiudizio, anzi, ero pronto a “farmelo piacere”. E per 10, 15 minuti credevo fosse riuscito: apertura con tragedia familiare e più o meno superficiale analisi della sofferenza del marito rimasto vedovo, ma  poi… stop. Una porcheria noiosa, scontata e banale la costruzione, quasi assurda, del plot, che definire poco credibile sarebbe poco. Pellicola infarcita di tutte le banalità e gli stereotipi del genere. Non mi soffermo sulla recitazione dei due protagonisti, perché può anche essere apprezzabile, vista la bravura di Tom Hanks e Meg Ryan. Ma non cambia il risultato. Una storia brutta, o noiosa, ben recitata, rimane pur sempre una storia brutta, o noiosa. Volevo essere più buono, ma non ci riesco!
Vorrei però concludere aggiungendo che vi siano state commedie, tutto sommato definibili romantiche, che mi son piaciute parecchio. E che, malgrado qualcuno possa accusarle di essere “giovanilistiche”, strappano qualche risata e presentano storie con tratti di originalità. Cito due alle quali sono affezionato: “I love movies”, con Lucy Liu, e “40 giorni, 40 notti”, con Josh Hartnett. Ecco, questi due film li consiglierei proprio!

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  • In risposta all'invocazione: tranquillo Mks77, si avvicina la Festa della Donna e sono certa che V. saprà selezionare una pellicola adatta...
    Di Alf76 (inviato il 12/02/2011 @ 20:18:28)

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