Ahimè, c’è anche chi vive il 14 febbraio con ostentata indifferenza o addirittura fastidio, non essendo innamorati. Non vi preoccupate, ho pensato anche a voi. In fondo tutti abbiamo vissuto dei momenti di esaltazione e altri di disperazione… per cui non sentitevi soli, siete in ottima e abbondante compagnia!
Qua di seguito c’è qualche brano per voi, quando volete isolarvi dal resto del mondo per qualche momento.
Gli INCUBUS ci ricordano con “Love Hurts” che in fondo ne vale sempre la pena, perchè sia nella gioia che nella sofferenza essere innamorati ci fa sentire vivi, anche se, come ci dicono i Mr Big con “Just take my heart”, dopo un addio spesso ci sembra che tutto sia finito. Il sonno spesso è l’unica pausa per il nostro cuore sofferente. “Wait for sleep” dei Dream Theater è la giusta scelta per farci da ninna nanna, ma John Mayer, che sul tema ha scritto veramente molto e molto bene, sa bene che il risveglio è la parte più difficile, come ci canta in “Dreaming with a broken heart”.
Per svegliarsi ci vuole qualche brano un po’ più potente: gli Stone Sour in “Hestitate” ci ricordano che “eri il mio fuoco, così sono bruciato finchè non è rimasto più niente di me”. “Watch over you” dagli americani Alterbridge è invece un nostalgico pensiero ad un futuro in cui non potremo proteggere ciò che ci è più caro. E l’oscura “Space-dye vest” dei Dream Theater è nostalgica al punto giusto.
Ma può capitare anche che siamo attualmente assieme a qualcuno, ma non siamo certi che sia un amore così saldo o destinato a durare. E i nostri dubbi sono espressi in modo struggente in “More fool me” dei Genesis (dal già citato Selling England by the pound). E in “St Patrick day” dell’onnipresente John Mayer che questa volta ci racconta di una coppia che deve inventarsi sempre nuove scuse per non lasciarsi. Persino “Smoke” di Nathalie Imbruglia ha quel mood malinconico che in certi casi è proprio adatto.
Non può mancare il nostro Jack Jaselli e la sua “The one who says goodbye”, che in fondo in fondo un poco di speranza ce la lascia.
E chiuderei proprio con un’apertura verso il futuro: “Love is on the way” dei sottovalutat Saigon Kick.
E’ così: quando meno te l’aspetti… bang! e sei di nuovo cotto a puntino, a pensare ad una nuova compilation.
Non deve essere facile destreggiarsi fra plettro e tastiera, fra una chitarra ed una recensione. Loris ci riesce perfettamente, e – quando non è impegnato a suonare con La Stazione Dei Pensieri – ci regala playlist musicali ed impressioni dal mondo delle sette note, con qualche felice deviazione godereccia.
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