A 17 anni, rimasi folgorato da “La variante di Luneburg”. Poi, per un misto di recensioni non positive di qualche amico e il timore di una piccola grande delusione, abbandonai Maurensig.
Ora devo ammettere che è tutto merito dei due fratelli: Luca-il-Rosso mi ha parlato una sera de “L’ombra e la meridiana” (ero a caccia di romanzi con protagonista un fotografo, chi meglio di lui?), e Osky rilanciava ad ogni uscita di nuove opere, attizzando involontariamente un fuoco che – probabilmente – era solo un po’ sopito.
Mi sono tuffato in “Canone inverso” e, dannazione, è un ottimo romanzo: a partire dalla trama, naturalmente, che si sviluppa in una serie di flashback perfettamente calibrati, nel racconto della storia di un violinista talentuoso e di un appassionato competente (e qui – da ignorante in materia – posso solo immaginare il sottile godimento di chi possa sussultare ai continui riferimenti musicali, “Ciaccona” di Bach in primis). Il tutto pronto a concludersi con un finale sorprendente, di quelli che si faranno ricordare.
A convincermi, poi, la curiosa forma di una alternanza costante dell’io narrante, in un gioco letterario che potrebbe apparire virtuosistico (e ci starebbe, considerato il tema del romanzo…), ma che si rivela in realtà assolutamente funzionale. Un caso raro, bisogna pur ammetterlo.
Allo stesso modo, con la stessa unicità, Maurensig riesce a tradurre suoni e melodie in parole, a mantenere in uno sfondo perfettamente a fuoco musica e poesia. Musicalmente, appunto, l’autore goriziano mescola come su un pentagramma dolore e mestizia, storia e irrealtà, amicizie e tradimenti, in un romanzo agile, furioso, bellissimo.
La citazione:
“La musica è la mia consolazione. Quest’arte, nella sua essenza sfuggente, nella continua vanificazione di se stessa assomiglia all’idea che mi sono fatto della vita”
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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