Prima o poi si doveva iniziare. Quindi partiamo da qui: parliamo di Immaturi. Prima impressione: questo lo salviamo! È un film italiano e se io dico una cosa simile c’è il serio rischio che a breve piovano rane, ah! ;)

Regia di Paolo Genovese, per intenderci colui che ha diretto l’ultima fatica di Aldo Giovanni e Giacomo, pellicola che se non ricordo male è riuscita a sottrarre il podio natalizio ai cine-panettoni, e che quindi gode di mia stima incondizionata.

Cast nutritissimo soprattutto di comici che affollano le trasmissioni del piccolo schermo (che io non guardo, quindi siate indulgenti) e che merita una rapida carrellata.
Parto da colui che a pelle mi sta più antipatico complice la sua inespressività, Raul Bova, qui uno psichiatra infantile che, poveri noi, va in crisi alla notizia che la convivente sia in dolce attesa;
Ambra Angiolini, giovane promettente chef sesso-dipendente in disintossicazione che tra un po’ non ne può più…
Luca Bizzarri, con una tale sindrome di Peter Pan da trincerarsi dietro un fantomatico matrimonio pur di non legarsi;
Ricky Memphis, l’unico agente immobiliare che non possiede e/o occupa alcun mattone e che non si sogna di lasciare la famiglia al punto da credere che l’amore sia “un castigo. Ci punisce per non essere rimasti a casa con mamma e papà!”
E ancora Barbora Bobulova, la mamma più fortunata del mondo: ha una bimba con una presenza di spirito ed un sarcasmo degni di un’adulta.
Senza dimenticare Paolo Kessisoglu, che non poteva interpretare altro se non la macchietta combina guai, che però si sposa come fanno le persone adulte (intanto, all’occorrenza esistono le corna…)

Ma tant’è che questi personaggi tutti a loro modo deboli (ma che resistono), interpretati da attori non sempre perfetti, funzionano, e ci danno uno spaccato della mia generazione con tanta delicatezza ed altrettanta chiarezza. Sceneggiatura che non ci gira intorno, va dritto al sodo e partendo dal pretesto, piuttosto scontato, di una inaspettata réunion legata all’annullamento dell’esame di maturità, da il via ad un domino di situazioni divertenti, mai volgari, che aprono il vaso di Pandora su una generazione che ne ha prese tante (anche se non credo detenga un record quantitativo) ed ora è piuttosto allo sbando. Ma non crediate che la commedia degeneri in dramma. Ciò avrebbe decretato il fallimento di qualcosa che funziona proprio perché è coerente: il finale è la logica chiusura del cerchio e nel mentre ci si svaga e si ride di gusto, intelligentemente, mai sguaiatamente e poi, dopo, se si vuole si medita…

Piace ai giovanissimi (visti coi miei occhi!) credo perché li fa sentire compresi: paiono normali le loro emozioni verso l’esame di maturità, le loro reazioni verso i trentenni e la loro voglia di sembrare più grandi; piace a quelli vicini agli “anta”, perché sullo schermo c’era una parata dell’agenda di ognuno di noi; piace ai nostri genitori, perché … ci vedono tutti i giorni : - )

Quindi, confermo: la base è buona, margine di crescita ce n’è molto ed ora incrociamo le dita.