Vi confiderò un segreto, spesso alla sera mi intrattengo in conversazioni cinematografiche al limite della litigiosità con un amico che ama sottrarre ore al sonno per visionare film. Il nostro gioco preferito è provocarci sino al forzato scontro, così poco tempo fa gli ho lanciato una sfida: guardare film d’annata e battibeccare via mail. Mi ha fregata: le mie divergenze son svanite in un soffio e … beh, posson rimanere dove sono perché, dopo una lettura senza fiato di quanto ricevuto, son rimasta letteralmente senza parole e con una irrefrenabile voglia di condividere con voi l’energia, la passionalità, la foga insomma la vita che ho avvertito tra queste righe.

V.

Ti dirò subito, senza tanti preamboli, quali sono state le mie “perplessità”.
Visto che mi conosci sai che tenderò a sovvertire (o a sovvertere, versione “arcaica” utilizzata da un noto politico italiano….) le regole della grammatica bella, ma tu lo sai e non ci farai caso…..

Ok, al dunque! Questo è un film che piacerebbe a tutti, ma per motivi diversi, sia cinefili sia spettatori senza particolari “pretese”. Io non sono esperto, sono appassionato, ma le pretese le avevo perché mi ero creato un bel carico di aspettative, sicché credo che ogni risultato sarebbe stato comunque “condizionato” un po’ in peggio ; - ).
Bene, veniamo ai “motivi diversi” per i quali piacerebbe a tutti: lo spettatore medio si troverà di fronte una discreta trama, con protagonisti molto belli e decisamente bravi, con trovate interessanti, che all’epoca costituirono l’originalità del film. Senza dubbio riuscirà ad immedesimarsi nei panni del protagonista, con la sua forzata immobilità che lo costringe ad una serie di azioni piuttosto limitate, e ancor di più ci si immedesimerà quando la sua immobilità rappresenterà l’atrocità del guardare l’aggressione alla propria donna, senza poter far altro che… guardare. Di sicuro “questo” Regista riesce a creare tensione quando vuole e a farla provare allo spettatore in prima persona.

Al cinefilo, al quale forse la trama apparirà troppo lineare, e tale appare anche a me (fin troppo, senza colpi di scena, con il suo percorso che porta verso dove ci aspetteremmo che arrivi, e noi che guardiamo ci rendiamo conto che faremmo le stesse “prevedibili” azioni compiute dal protagonista), piacerà senz’altro ed apprezzerà molto le trovate tecniche del regista che, se rapportate al tempo del uscita del film, possono tranquillamente essere definite “geniali” e che, cinematograficamente parlando, in questo caso son sinonimo di innovazione. Ha fatto scuola, insomma. Soprattutto nell’uso dell’obiettivo, in cui ci troviamo a vivere un “grande fratello” ancora più virtuale, perché tale è l’occhio del protagonista, nella forma stessa dell’obiettivo, che prende ora la forma del binocolo, ora quella del teleobiettivo, per creare degli espedienti ancor più efficaci, e per la claustrofobia provocata dall’uso dei sempre limitatissimi spazi…. Insomma, chiunque troverà elementi per apprezzare quest’opera.

Dicevo, quindi, che il film piacerà a tutti. Si, senza, però, entusiasmare nessuno. Per via della trama fin troppo lineare -appunto- e perché anche le trovate ad effetto del regista, alla fine della visione non provocano quel senso di compiacimento che si ha dopo aver visto un’opera indimenticabile. A me, tale compiacimento non lo ha lasciato affatto!!! … eppure mi ero anche creato l’atmosfera… (visione notturna, solo io e il film, una certa concentrazione per notare dettagli che nei film del Regista si rivelano spesso fondamentali).