C’è una cosa che so che non dovrei fare e a cui non riesco a resistere: leggere i foglietti accompagnativi inseriti nelle confezioni delle medicine. Non so se sia uno standard nazionale, da me sono noti come “bugiardini”.
Lo sostengono anche i medici: quei foglietti sono in grado di trasformare un marines in un ipocondriaco, a partire dagli effetti collaterali che descrive: sei convinto di dover prendere quella pillolina, il dottore è stato chiaro a proposito, eppure finisci per domandarti se – sì, in effetti attenua il fastidio che avvertivi, ma minaccia di causarti una serie di altri effetti, e già ti immagini con una bava biancastra alla bocca e una serie incessante di tremolii alle gambe.
Ricordo distintamente uno di questi foglietti assicurare tranquillizzante che “raramente ha decorso mortale”. Roba da farsi venire i calli alle mani a furia di indirizzarle verso i gioiellini portafortuna del basso ventre.
Ecco, un istante dopo aver chiuso l’ultima pagina di “American Gods” mi sono chiesto: e se Mondadori decidesse di accompagnare questo libro con un “bugiardino”, invece di dedicarsi ad una seconda di copertina che ha tratto qualcuno in inganno?
Beh, allora ci penso io…
ISTRUZIONI
American Gods è un delirante, pretenzioso, lentissimo viaggio nella mitologia nordica, slava, egizia, più ricco di personaggi dell’elenco telefonico e con la brillante caratteristica di farne scomparire alcuni per poi ripresentarli a 300 pagine di distanza. Se ne consiglia l’assunzione solo sotto stretta sorveglianza, se non di un medico quanto meno di un paio di amici che ne abbiano oltrepassato l’inferno e che dimostrino quotidianamente la loro partecipazione al vostro dolore.
POSOLOGIA
Consigliato a chi soffra di disturbi del sonno: superate agevolmente le prime 50 pagine – leggibilissime – avrete fra le mani una sorta di concentrato di camomilla e valeriana, l’ideale per accompagnarvi verso una intera notte di riposo.
CONTROINDICAZIONI
Principalmente due: la prima è un pericolosissimo abbassamento della soglia di attenzione, motivo per cui se ne consiglia l’assunzione esclusivamente tra le pareti domestiche. Da non leggere mentre siete sui mezzi o in viaggio, salvo che la vostra destinazione non coincida con il capolinea e che non vi sia di disturbo essere svegliati da un capotreno all’interno del deposito ferroviario.
Seconda controindicazione: la perdita di un qualsiasi piacere nella letteratura. American Gods è totalizzante, e vi scoprirete incapaci di iniziare altre letture o di accompagnare il lento percorso del (dei?) protagonisti con una adeguata colonna sonora. Al termine della lettura, renderete grazie alle visite in libreria e allo scaffale dei libri comprati e non ancora letti; godetevi qualche ora di un libro bello, avvincente, coraggioso, perchè ve lo meritate in pieno.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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