Dal 24 settembre e fino al prossimo 31 gennaio è ospitata dalla Fondazione Stelline la mostra “United Artists of Italy”, che raccoglie quasi 200 ritratti di artisti ad opera di alcuni fra i più significativi fotografi italiani contemporanei.

Prima impressione rilevante: era la prima volta che mi recavo alle Stelline, e giova dire che la mostra è ospitata da un ambiente splendido. Ottima anche l’illuminazione delle immagini nelle sale superiori, decisamente (ahimè) più riflettente al piano inferiore, che recupera con una ambientazione da sogno: mi sono sorpreso un paio di volte ad osservare le volte della sala più che le fotografie, per dire. Resta il fatto che a Milano non si riesca a far diffondere il concetto che una foto va vista, guardata, goduta senza che diventi uno specchio in cui potersi sistemare i capelli o il nodo della cravatta.

Da ricordare sicuramente gli splendidi b/n con cui Ugo Mulas ritrae Lucio Fontana: su tutti, uno scatto in cui viene catturata la mano dell’artista che si prepara ad uno dei celebri tagli su una tela, ed una ravvicinatissima immagine dell’occhio del pittore e scultore milanese, di cui somprendono forza, intensità e nitidezza.

Se possibile ancora più intriganti le fotografie che Luigi Ghirri si trovò a scattare nello studio di Giorgio Morandi: qui la scelta di astrazione prosegue e si fa ancora più netta, approdando ad una soluzione in cui l’artista scompare ed è ritratto attraverso i suoi oggetti. Prendono forma foto che sembrano quadri, e che della pittura mantengono una sobria morbidezza.

Ultima citazione per un ritratto di Pasolini, fotografato da Sandro Becchetti; quando si dice invidiare ad un fotografo la capacitá di racchiudere in una immagine tutta la personalità della persona ritratta… Tutte le contraddizioni dello scrittore friulano in una immagine che si avvicina, provocatoriamente, al demoniaco.

Ho dimenticato qualcuno? Ah si, Basilico. Fa niente.