Valeva la pena aspettare un po’: magnifica recensione di V., glossata con i miei commenti, come sempre in corsivo.
Alf76
“Se mi accompagni all’EICMA, ti faccio da chaperon al cinema – film in prima visione a tua scelta!”.
Se ricevi una mail del genere di venerdì 13, ti illudi di aver vinto alla lotteria! Dies in cui qualsiasi eventuale sfiga viene accettata come ineluttabile; interlocutori che ben sanno quanto sia rischioso darmi carta bianca nella scelta di una proiezione (ultimamente ho trascinato le mie vittime predilette a vedere bizzarre retrospettive sul cinema francese e mi sono fatta “perdonare” con film di richiamo quale Capitalism omettendo che fosse in lingua originale, ah!); e da ultimo, non scordiamoci che a me le moto PIACCIONO.
Ahimè, in questa grigissima ed umida domenica ho la certezza di non aver fatto un grande affare. Come se non bastasse, siccome sono riuscita a trascinare Alf a vedere il suo primo film catastrofico al cinema, pure di sabato sera (!), gli ho concesso il compito più divertente (se state leggendo non sarà difficile capire quale ;))
Mettiamola così: ad un certo punto mi sono augurato che il cupolone si schiantasse davvero sull’ala destra della sala, quella da cui partivano applausi ad cazzum, coretti, frizzi e lazzi. Per un secondo ho pensato di essere diventato uno snobbino (cit.) da cinema d’essai (cosa di una improbabilità disarmante), ma all’urlo “Grande Silvio!” su una citazione del premier italiano ho immaginato una doppietta da caccia grossa. Il tutto condito da un episodio finale che racconto in coda, per non interrompere ulteriormente il fluire di questa recensione.
A questo punto sarà oramai chiaro che il film oggetto di questo post è 2012, visionato in cinema con vista Madonnina allo spettacolo in seconda serata di un sabato con tipico clima da pianura padana in novembre. Io ironicamente definisco una serata così la serata full optional!
Premessa: prenotazione del ticket rocambolesca col sito talmente preso d’assalto che non caricava neppure la main page già nel tardo pomeriggio. Una volta riusciti nell’impresa, scelta delle poltrone meno peggio tra quelle disponibili (era già ben visibile sullo schermo un immenso blob rosso) e se in prima battuta orario di incontro alle 22.10 sembrava azzardato, di sicuro le gomitate per farsi strada alle macchinette per il ritiro dei ticket ci hanno tenuti occupati sino agli ultimi istanti. Flora e fauna colorita, incredibile vedere come le catastrofi accomunino le più variopinte etnie, età media in sala che tre over 30 non hanno minimamente scalfito.
Dopo questa lunga introduzione, eccomi qui a cercare di descrivere l’americanata di dimensioni apocalittiche che ho affrontato. Decisamente le 5 ore trascorse al Salone del ciclo e motociclo sono state una passeggiata confronto alle 3 del film di Roland Emmerich, che definire lento, privo di contenuti, dejà vu ed anonimo è un puro atto di onestà intellettuale.
Neppure i cori da stadio, le ilari risate della giovane popolazione in sala ed il continuo gozzovigliare sono riusciti a rendere più leggero questo polpettone dei buoni sentimenti.
L’entrata in scena di Woody Harrelson mi aveva fatto per un attimo sperare che il film prendesse quota, ma purtroppo era solo un troppo breve cameo in un mare di noia. A me pare che oggigiorno non bastino degli effetti speciali “normali”, una regia di richiamo e leggere nomi come Danny Glover o Oliver Platt nei titoli di testa per considerare il film un capolavoro, sbaglio?
Un diluvio universale e la conseguente corsa all’Arca della salvezza, il sacrificio di tutti per la salvezza dei soliti briganti che però cedono in extremis ai buoni sentimenti (NB nei confronti di un “volgo”sopravvissuto grazie al pagamento della modica cifra di 1 mld di euro a cranio – ah però…), il trionfo della famiglia, genitori che per la salvezza dei figli si gettano nel vuoto, la solo ammiccata love story tra i “buoni” sono elementi che divengono indigeribili se non supportati da una t r a m a BEN ritmata.
Chiudo proponendo un quiz o clicca-voto (Alf chiedo a te il supporto informatico necessario).
Domanda: secondo voi chi era l’eroe della storia?
Possibili risposte:
1. il Presidente anziano e saggio fedele al suo popolo;
2. lo sgangherato papino John Cusack che salva la sua family;
3. il giovane scienziato che scopre l’arrivo della fine del mondo;
4. altri soggetti (indicando il personaggio).
Ho bisogno del vostro aiuto perché io questo dubbio non l’ho ancora sciolto
Mi rendo conto che la maestria della pellicola varrebbe un ulteriore intervento recensotio, ma grazie a V. abbiamo già dato (e il sondaggio sarà qui sulla destra a breve)
Posso quindi dedicarmi ad una serie di ringraziamenti: il primo, e più sentito, è agi responsabili del cinema, che hanno avuto la brillante idea di spegnere le luci in sala e – immagino conseguentemente – quelle dei bagni, sette minuti netti dopo la fine della proiezione.
Ero appunto intento in quel gesto fisiologico con cui i cani segnano il territorio, e con un certo sospiro di soddisfazione. Temo di aver atteso con cupidigia i titoli di coda anche per la quasi insopportabile pressione della vescica…
Allo spegnimento della luce, urla femminili nel bagno a lato, paragonabili solo agli strilli provenienti dalla curva sala con cui venivano sottolineate le fasi salienti del film; e mentre mi rendevo conto che non avrei saputo dove indirizzare l’ameno getto (cosa che mi preoccupava limitatamente, a quel punto…), e mi tastavo contemporaneamente alla ricerca di una fonte di luce, ho lanciato un ringraziamento al mio essere fumatore: senza accendino, non so davvero come avrei trovato la strada di uscita.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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