I romanzi di Murakami sono spesso accompagnati da un aggettivo: “onirico”.
“After dark” non fa eccezione.
E allora facciamo così. Facciamo che chiudi gli occhi, posizioni sotto la testa il tuo cuscino preferito, tiri su il piumone, ti addormenti.
Ti addormenti e sogni. Sogni una Tokio notturna di bar e love hotel, sogni una bellissima ragazza che ha deciso, coscientemente, di non svegliarsi per un bel po’. Sogni l’incontro fra l’incantevole Mari, sola a leggere un libro, ed un giovane musicista, sogni un impiegato modello dedito agli straordinari notturni ed alla violenza.
Poi sogni un televisore, che non è un normale televisore e che supera, in qualche modo, i limiti dello spazio e del tempo. Succede, nei sogni.
Poi ti svegli, ti accorgi di essere arrivato alla fine di queste splendide 180 pagine, e ti viene voglia di chiamare Mari, di sapere se è ancora vivo quel sentimento che ti è sembrato di veder nascere, o se la sorella si sia svegliata o meno.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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