Recensione romanzo La Ragazza Di Vajont, di Tullio Avoledo

 

“La ragazza di Vajont” e’ un libro di amore e di orrore.

La storia di uno scrittore, uno storico dell’Olocausto, che vede tramutarsi i suoi libri – memento storici di cosa fosse successo, ineccepibilmente tecnici nella loro metodologia – in manuali per farlo accadadere ancora, per dare nuovamente modo al Male di aggregarsi al terrificante sfacelo dell’umanita’.

E’ la storia della sua prigione, e della terribile realá’ di essere rimasto vivo, consegnato a giorni di rimorso senza fine, curato (curato?) da equipe di psichiatri desiderosi di cancellare ricordi e luce, ed ammantare di scuro il presente.

L’amore e’ per una ragazza, conosciuta per caso, amata poco a poco, di un amore impossibile per chi si sente (e’?) responsabile dello sfacelo che li circonda. Pagine di respiro purissimo che interrompono e completano l’oscuro dedalo dei racconti di pulizia etnica.

Un libro che schiaffeggia, spaventa da morire, disturba. Per me, che ho letto e riletto “L’elenco telefonico di Atlantide” e “Lo Stato dell’Unione”, un graditissimo ritorno dell’Avoledo piu’ coinvolgente.

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