Recensione La Sacra Famiglia di Douglas Coupland

Capita di chiacchierare con una persona e mettersi a controllare quante delle 101 cose da fare abbiano popolato la nostra vita.

Capita che ci sia una lista di libri da leggere assolutamente, e che spunta dopo spunta lei si illumini e mi dica “NO! Non hai mai letto la sacra famiglia di Coupland!!!”

Capita che qualche giorno dopo sia il mio compleanno e la suddetta si presenti con il Coupland confezionato. Grazie, grazie, grazie.

E capita che io lo legga, divertendomi da morire, commuovendomi in altri, perdendomi nella storia di questa famiglia così americana e così sgarruppata, nelle sue avventure. Nella storia di Sarah, nata senza una mano e diventata astronauta, nella storia di mamma Janet (forse il personaggio che ti resta di più, in assoluto), nei metodi così borderline di Wade in un tentativo al limite dei sacri testi di sopravvivere.

Da leggere facendo attenzione a cosa ti accade intorno: è stato causa di non una, ma ben due permanenze eccessive in metropolitana, con il sottoscritto che staccava (finalmente) gli occhi da queste pagine e si rendeva conto di essere arrivato praticamente al capolinea.

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