Prima difficoltà: il posizionamento. Nel senso che sui miei (insufficienti) scaffali, ho adottato da un po’ una suddivisione per editore che non rispetto soltanto per due categorie: i libri di fotografia e quelli di carattere sportivo.
L’ultimo Brizzi andrebbe fra i romanzi, ma l’ambientazione è di gran lunga calcistica e di ampio respiro sportivo sono anche – probabilmente – le pagine migliori; quindi credo che lo infilerò fra un magnifico Soriano e la prima edizione di “Febbre a 90” (altro posizionamento sullo scaffale che mi ha tolto qualche ora di sonno).
Temo già l’avvicinarsi di folate di critica per la leggerezza dell’impianto complessivo di questo romanzo, ma ogni tanto un momento di sana lettura d’evasione un po’ ci vuole: non un capolavoro, certo, ma la fanta-storia di una Italia fascista (e repubblicana) negli anni 60 – con Mussolini in agonia e le prevedibili correntone interne al PNF – e l’ambientazione nelle colonie africane sono convincenti, ed il racconto della fantomatica Serie Africa di calcio regge e si fa leggere con piacere.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.