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SCAMBIO DI LETTURE
di Alessandra Lauro
L’incenso si sollevava in piccole volute, disfacendo il bastoncino un po’ alla volta. L’aria nella stanza ne era pregna e sfumava ogni cosa. Le tende porpora, gli amuleti che tintinnavano appesi al soffitto, grandi mappe astrali arricciate agli angoli, non riuscivano a nascondere la struttura della cantina. Lampade schermate mandavano intorno una luce soffusa, ombre oblique si raccoglievano sul tavolino occupato.
La donna mosse il polso che teneva appoggiato sul legno. L’uomo seduto di fronte le scrutava con espressione assorta il palmo della mano.
«Mmh, la sua vita procede su binari sicuri, eppure…» L’uomo socchiuse gli occhi. «Una scossa arriverà, prima di quanto immagina.»
La donna si chinò per avvicinare il naso al palmo della mano. L’unghia dell’altro era ferma sopra l’interruzione di una linea.
«Che genere di scossa?»
L’uomo fece un sorrisino condiscendente.
«Mi aspettavo questa domanda, la sua linea della mente così lunga e profonda…»
«È una cicatrice.»
«Come, prego?»
«Quella che sta indicando è una cicatrice, un brutto incidente sul lavoro.»
L’uomo rasato sbatté le palpebre. Si guardò alle spalle verso la lampada più vicina e si spostò un po’ per ricevere più luce. Riportò l’attenzione sulla mano, premendo lungo la linea con un polpastrello.
«Ah, ora è chiaro, quasi si sovrappongono. Ha mai pensato di cambiare lavoro?»
La donna ripiegò un angolo della bocca e scosse la testa.
«Ci sono i momenti buoni. Quindi legge un cambiamento nella mia vita? E dove lo legge?»
L’uomo tenne sospese entrambe le mani sul palmo dell’altra.
«C’è un brusco cambiamento di direzione nella sua linea del destino, proprio qui…»
«E quest’altra linea cos’è?»
«Una linea della vita multipla, è una persona molto…»
«E questa che interseca quest’altra?»
L’uomo strinse le labbra e incrociò lo sguardo della donna.
«Faremmo meglio a procedere nella lettura con ordine.» Si schiarì la gola per cancellare il tono seccato dalla sua voce. «Se non ha altre domande…»
«No, mi scusi, torniamo alla mia scossa.»
La donna si riassestò sulla sedia, lo sguardo fisso sul suo interlocutore. Le nocche sfregarono piano sul tavolo quando protese la mano verso di lui.
«Una forza soverchiante sta per intervenire sul suo destino. Ne ha incontrate altre in passato, ma…»
«Il mio capo è la forza più soverchiante che ho incontrato finora e dubito ci sia qualcosa di peggio.»
La donna mostrò un filo di dentatura in un vago sorriso contrito.
«Mi spiace, sono un po’ nervosa.»
L’uomo prese un respiro profondo, mordendosi l’interno della guancia.
«Sì, capisco, è sempre difficile accettare di misurarsi con l’imponderabile.»
«Quindi parliamo di qualcosa di grave?»
«Ho bisogno di tempo per scoprirlo, in quel caso la aiuterò a scegliere la via migliore.»
La donna passò l’unghia della mano libera sulla superficie del tavolo, guardandolo di sottecchi.
«È che quella mia amica che mi ha consigliato di venire qui, sa, non se la cava molto bene. È rimasta molto impressionata e non sa più cosa fare.»
«Succede, ma deve tornare da me, troveremo una soluzione insieme.»
La donna aggrottò la fronte e si morse il labbro inferiore.
«Come potrebbe trovare una soluzione? Quella malattia che ha trovato in lei non si cura mettendoci sopra una carta dei tarocchi.»
L’uomo si irrigidì, premendo le mani sul tavolino, le dita bene aperte, il mento proteso in avanti.
«Ho già spiegato alla sua amica che ho un metodo garantito…»
«Posso farle una domanda?»
L’uomo arricciò il naso e impiegò qualche secondo per stiracchiare un sorriso.
«Finora che ha fatto?»
«Tanto per mia curiosità personale, riesce a dormire la notte?»
Le guance dell’uomo si accartocciarono, chiazze rosse apparvero alla base del collo e sulle orecchie.
«Ma come si…»
«Lo prendo per un sì. Bene, adesso ho io qualcosa da leggere a lei.»
La donna si inclinò di lato per recuperare qualcosa dalla tasca dei pantaloni e la appoggiò sul tavolino, in bilico sopra due carte sovrapposte dei tarocchi. Le linee del distintivo emersero nella luce soffusa della stanza.
«I suoi diritti.»