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POVERO STRONZO 
di Oscar Taufer

Fottuto cancello, per poco non ci resto secco!
Sai che ridere se domani mi trovano qui appeso? Mi immagino i titoli dei giornali: “Ladro di galline infilzato come un pollo”…
Corro lungo il perimetro del giardino a testa bassa, all’ombra della siepe, fino al retro della casa e poi giù per la rampa che scende al garage. La centralina dell’impianto di allarme è all’interno ma basta un tronchese a levare di mezzo i sensori semi nascosti dalla trave di cemento. La serratura cede subito, poi, una volta dentro, disattivo il circuito.
Ma come si fa ed essere tanto idioti? Anche un cieco avrebbe trovato quei sensori. Cazzo, già che c’eri potevi lasciarmi le chiavi sulla porta, almeno ti risparmiavi i danni. Povero stronzo.
Sotto a un telo scuro dorme una Jaguar che dovrò lasciare lì. Getto la sacca degli attrezzi su uno scaffale e imbocco la scala. Faccio il giro delle stanze, giusto per farmi un’idea della situazione. È anche meglio del previsto. Quadri, tappeti, antichità, chincaglieria che vale un sacco di grana. Un armadio della camera è pieno di abiti da donna e sul letto sono distese tre pellicce. Tutta roba di lusso.
Complimenti! Ricco, solo e con un bel seguito di battone. L’hai proprio pensata bene. Riconosco che hai buon gusto, niente da dire. Una fortuna per me, sarà più semplice piazzare la roba. Per adesso mi faccio la cassaforte, nei prossimi giorni torno a prendere il resto e mi sa che ci scappa il visone per la mia mogliettina. Caro avvocato, mi piacerebbe vedere la tua faccia quando scoprirai il mio lavoretto. Goditi la tua settimana bianca, povero stronzo, te la preparo io una bella sorpresa.
La cassaforte è nello studio. Scendo a recuperare gli attrezzi e tiro su anche una bottiglia di champagne dalla cantina e una coppa di cristallo dal mobile in salotto. Poi mi rimetto al lavoro. È un vecchio modello, non ci vuole niente ad aprirlo, impiego di più a fare il conto di quello che contiene. Ventiseimila in contanti, due rolex e trentacinque, forse quarantamila in gioielli.
Alla tua salute, povero stronzo. Lo champagne lo sai scegliere ma per il resto sei uguale a tutti gli altri: pensi che basti una cassaforte del cazzo a tenerti le palle al caldo. Il problema di quelli come te è che la prenderanno sempre in quel posto da quelli come me. E mi sa che terrò anche questo filo di perle, così mia moglie la pianta di rompermi l’anima per un po’.
Prima di andarmene do un’occhiata alla scrivania. I cassetti sono pieni di scartoffie e il primo è chiuso a chiave. Buon segno. Con il piede di porco si spacca di netto. Trovo un sacco di fotografie dell’avvocato, quasi sempre abbracciato a una donna. Ce n’è per tutti i gusti: more, bionde, rosse, sono giovani e belle. Poi la scoperta la faccio io, perché una la riconosco, con la pelliccia aperta e le perle al collo, in una foto che ha l’aria di essere piuttosto recente.
Cazzo, è mia moglie.
Mi lascio andare sulla sedia con un solo pensiero in testa.
Povero stronzo.