Un anno è trascorso e noi siamo tornati :-) Eccoci a passeggiare lungo il fiume, tra i musei e le aule dell’università, pronti tutte le mattine a correre alla volta delle nuove proiezioni. Curiosi ed eccitati come i bimbi al primo giorno di scuola non vediamo l’ora di commentare le novità in arrivo tra qualche mese (speriamo) anche nelle nostrane sale.
Baciati da un clima più mite rispetto allo scorso anno, che dal nostro arrivo ha alternato sprazzi di cielo azzurro a fiocchi di neve giganteschi, per la prima volta in inverno abbiamo visto l’acqua della Spree scorrere senza gli immancabili “iceberg”. Abbiamo quindi deciso di conservare le fotografie che hanno contraddistinto le nostre giornate del Festival 2013 in un album.
Ecco quindi la nostra galleria fatta di cartoline scattate per Berlino e di immagini ufficiali degli eventi della Berlinale 2013, per ricordare le opere viste in anteprima, le esplorazioni e le passeggiate inattese:
L’album della Berlinale 2013 (clicca qui)
Ora, invece, ci dedichiamo all’elenco dei titoli che abbiamo visto e che, nelle prossime giornate, diverranno linkabili per indirizzarvi ai singoli approfondimenti. Quindi partiamo….
Signore a Signori ecco a voi la 63ma edizione della Berlinale così come vissuta da MaSeDomani!
COMPETITION
Before Midnight – Conversazioni sull’amore, sulla vita, sulla famiglia sotto il sole della Grecia, tra le rovine di una civiltà millenaria una coppia passa da una chiacchiera frivola al questionare sino a mettere in dubbio una decade insieme. Proprio come nella realtà, la crescente tensione provoca fraintendimenti e distruzione. Il film di Linklater, fuori concorso qui a Berlino, è inatteso e bello nonostante con 10 minuti in meno avrebbe ricevuto un’accoglienza degna di un piccolo gioiello. Ottimo il cast, su cui la telecamera è rimasta puntata per tutto il tempo. Qui il nostro approfondimento.
Night Train To Lisbon – Pellicola tratta da un best-seller trasposto da un regista (Bille August) che in passato ha già portato su grande schermo opere letterarie, aveva già girato a Lisbona e aveva già dioretto buona parte di questo cast. Jeremy Irons è impeccabile e Charlotte Rampling instabile al punto giusto, ma questo film non ci ha convinti: finto, rigido e impolverato. In attesa del verdetto finale ecco le nostre note a questo link
Prince Avalanche – Direttamente dal Sundance una pellicola perfetta per i festival che possiamo scommettere arriverà al grande pubblico grazie ad un cast che calamiterà anche le più giovani (Emile Hirsh che torna “agreste” e un Paul Rudd per una volta in panni non comico-demenziali). Commistione tra documentario (ricolmo di denuncie) e fiction impegnata, remake di altra opera, si presenta come film d’autore ricco di eco-messaggi e di filosofia di vita. Se volete saperne di più ecco il nostro post
Promised Land – Il concorso internazionale entra nel vivo con il film di Gus Van Saint che porta il problema dello stritolamento e sfruttamento dei piccoli centri rurali nella campagna americana da parte delle grandi corporation. Intrigante pellicola, molto americana, ben confezionata, prevedibile ma non noiosa, nonostante il chiacchiericcio udito in corridoio. Forse, il problema è che da Gus Van Sant ci si aspetta sempre qualcosa di strabiliante. Qui il nostro post.
Side Effects – Come ogni anno Steven Soderbergh presenta al pubblico della Berlinale il suo nuovo lavoro. Siamo a New York, Martin è appena uscito di prigione dopo una condanna a 4 anni per insider trading e sua moglie gli è rimasta a fianco tutto il tempo, ora però la donna pare risentire dello stress accumulato ed ha un esaurimento. Psicologi, farmaci e segreti si intrecciano e fanno salire la curiosità nello spettatore al punto da venire applaudito con convinzione una volta riaccese le luci in sala. Il nostro scritto è qui
The Croods – Perso con rammarico al festival e recuperato all’equinozio di primavera, questo film d’animazione fuori concorso a Berlino è sorprendente, avventuroso e divertentissimo. Cartone animato per tutta la famiglia dal ritmo davvero incalzante che ci porta in una colorata preistoria ricordandoci la bellezza della scoperta delle cose nuove e dell’amore. Dreamworks ha superato sè stessa! Il nostro approfondimento è qui.
The Grandmaster – Mai apertura poteva essere più magica, intrigante, misteriosa e avvincente. Wrong Kar Wai ci regala due ore di poesia narrando la storia di Ip Man e del Kung Fu come disciplina morale, mentale e fisica. Opera imperdibile dalla peculiare colonna sonora che ammalia il suo pubblico e speriamo arrivi sin da noi. Qui i nostri pensieri.
The Necessary Death of Charlie Countryman – In Berlinale arriva con un taglio di capelli minimal, ma Shia LaBeouf in questo film si presenta riccioluto sino a quasi alle spalle per indossare i panni di un giovane americano che nell’assecondare la visione della defunta madre parte alla volta di Bucarest, dove i guai sono pronti ad attenderlo già durante il volo di andata. Pellicola bizzarra a cui abbiamo dedicato un approfondimento qui
PANORAMA
Don Jon’s Addiction – Seconda serata di Festival dedicata al primo bagno di folla. Irrinunciabile la presentazione dell’esordio dietro alla macchina da presa dell’astro nascente, anzi dell’inarrestabile Joseph Gordon-Levitt: “Don Jon’s Addiction” è divertente, intelligente e narra una storia semplice come lo è l’amore. Ritmatissimo, mai volgare, nonostante l’argomento, tutta la proiezione è stata accompagnata da risate e applausi. Una chiusura di giornata perfetta, a cui abbiamo dedicato altre righe qui
Frances Ha – Alcuni film folgorano il loro pubblico facendo impazzire coloro rimasti fuori e questo è uno di quei casi. Frances Ha ha fatto talmente parlare di se a Berlino da creare una colonna inusuale qualche mese dopo alla proiezione (in teoria) dedicata al Marché di Cannes 2013. Questa è la storia di Frances, giovane ballerina che deve crescere ma non vuole rinunciare ai suoi sogni. In una New York in bianco e nero, seguiamo la ragazza di casa in casa, di lavoro in lavoro, di disfatta in disfatta, sorridendo e rapiti da uno script davvero brillante. In ritardo, ma qui troverete – infine – l’approfondimento.
Fifi howls from happiness – La regista iraniana Mitra Farahani è riuscita a intrattenere un’intera platea con un film che di fatto è un documentario dedicato all’eclettico artista Bahman Mohassess incontrato a Roma pochi anni fa. Un viaggio nella vita dell’artista, nella sua mente e nella sua concezione dell’arte che riesce a portare fuori dalle mura di musei ed aule scolastiche l’argomento rendendolo perfetto per una sala cinematografica. Con un taglio intrigante, con un protagonista divertentissimo e con una buona combinazione di informazioni ed aneddoti, il film è davvero di speciale.
Jury – Cortometraggio di un neo-regista che di cinema ne ha davvero molto sulle spalle, Kim Dong-ho (il fondatore del più prestigioso festival del cinema d’Asia) merita qualche riga per aver saputo riempire una sala di curiosi (e non) e per aver fatto ridere tutti di gusto per 24 minuti meravigliosi minuti. Giocosamente, infatti, veniamo portati dietro le quinte di un festival del cinema e seguiamo il loro processo desionale. Esilarante!
Interior. Leather Bar – James Franco e Travis Mathews portano a Berlino un film bizzarro, un’ora dedicata a come potrebbero essere stati i giorni in cui vennero girati i tanto chiacchierati (e mai visti!) 40 minuti del film, con Al Pacino, “Cruising”. Con la voglia di svecchiare la mentalità di molti, di sdoganare la normalità del sesso tra persone omosessuali e mostrando l’imbarazzo che certe situazioni ancora oggi provocano nella società, questa pellicola è perfetta per fare il giro dei festival. Ecco il nostro post
Lovelace – Terzo giorno all’insegna del piccante, con la presentazione del film dedicato a Linda Lovelace e a come sia divenuta la protagonista di “Gola Profonda”, pellicola simbolo di una rivoluzione non solo cinematografica. Interpretazione, fotografia e taglio risultano molto più convincenti del previsto. Tutto è sobrio e poco moralista, quindi per noi è promosso e a questo link il nostro commento.
Reaching for The Moon – Dimenticate l’equazione cinema brasiliano = telenovelas, questa storia basata sulla vita della poetessa Elisabeth Bishop, premio Pulizer negli anni ’60 mentre viveva a Rio, è tutta un’altra cosa. Con in sottofondo le poesie più note dell’autrice, tre attrici danno vita ad un film di classe dedicato al dolore e alla solitudine senza lasciare spazio a superfluo voyeurismo. Da vedere.
The Broken Circle Breakdown – Ho assistito ad una vera e sincera interminabile standing ovation al termine della proiezione col pubblico di questa storia sulla vita, l’amore, il dolore e la perdita. Narrazione dolce, diretta e molto nordica che colpisce senza voler strappare alcuna lacrima. Emozionante, meraviglioso e speriamo che si porti a casa il premio che merita! A questo link molte più righe.
White Night – Notte, siamo in corea, sotto i piloni di quella che pare una tangenziale, un taxi si ferma, un uomo scende e silente si avvia silente al fianco di colui che lo stava attendendo. Chi siano i due uomini, il perché di quello strano incontro e cosa accadrà durante le ore prima dell’alba è da scoprire. Con un linguaggio scarno ed una freddezza poco mediterranea, il regista ci porta in Corea e ci narra una storia che contiene una velata denuncia. Qui di più.
Will you still love me tomorrow? – Ci spostiamo in estremo oriente per affrontare il problema di Weichung, marito e padre esemplare sino al giorno in cui incontra uno splendido giovane che gli ricorda la gioventù e soprattutto pulsioni assopite da tempo. Si parla di omosessualità con il sorriso e con estrema delicatezza in questa gradevolissima pellicola ambientata in una realtà distante dalla nostra. Se siete curiosi, ciccate qui
FORUM
Je ne suis pas mort (I am not Dead) – Sorprendente film drammatico, divertente, surreale, che ad ogni proiezione riempie le sale facendo il pieno di applausi. Storia di un bizzarro incrocio tra il corpo di uno studente e l’anima di un professore di filosofia. Inaspettatamente rivediamo l’attore Mehdi Dehbi, protagonista di un altro film imprendibile in uscita il prossimo mese (Il Figlio dell’Altra) che non si sottrae alle domande spontanee del pubblico. Qui qualche riga di approfondimento.
The Daughter – Regista poco conosciuto, molta la curiosità mentre si attendeva in fila, questo film greco fotografa l’Atene di oggi e la sua crisi economica che implica quella interiore di molte persone con solo qualche eloquente scorcio che fa da sottofondo alla storia di una ragazzina che vuole riscattare il padre (ed i suoi debiti) con un gesto estremo. Presi tutti in contropiede, siamo usciti col sorriso sulle labbra dopo intensi minuti di suspense. Ecco il post
Komedie om Geld – Film con quasi un secolo sulle spalle (datato 1936) di Max Ophlus, regista in voga ai tempi che qui fece il cosiddetto flop. “Komedie om Geld” è una pellicola sconosciuta ai più perché non ebbe successo neppure all’epoca, nonostante regia e cast. La storia del signor Brand però riesce a farci ridere, seguiamo la parabola del messo di banca che da impiegato stimato e rispettabile cade prima in disgrazia e poi si rialza grazie ad una serie di equivoci con interesse e attenzione sempre al massimo. Commedia triste che ci ha permesso di scoprire per caso una retrospettiva meravigliosa.
Viktor und Viktoria – Non molti si immaginavo sino a questa edizione della Berlinale che il famosissimo film di Blake Edwards “Victor, Victoria” fosse il remake di una pellicola del 1933 di Reinhold Schunzel, ma il bello dei festival è anche trascorrere una pausa pranzo in compagnia della versione originale di una commedia con la quale si è cresciuti! Vi garantisco che l’eleganza, le abilità recitative e la trama in alcuni passaggi sono addirittura migliori della versione nota ai più. Divertente e da possedere.
BERLINALE SPECIAL
Les Miserables – La proiezione del musical, ispirato all’opera di Victor Hugo, portato al cinema dal premio oscar Tom Hooper , arrivato poco tempo fa nei nostri cinema, è uno degli eventi di questa edizione 2013 della Berlinale. Torniamo in Francia e seguiamo la travagliata ed intensa vita di Jean Valjean (Hugh Jackman) questa volta tutta narrata in musica. La cornice del Friedrichstadt Palast è semplicemente perfetta. A questo link il nostro post di fine gennaio.
The Best Offer – La Migliore Offerta, il film di Tornatore che ha sbancato il botteghino e che dopo più di un mese è ancora presente nei nostri cinema viene portato a Berlino come evento speciale. Gala in pompa magna e applausi in quantità all’esterno del Palast. La storia di Virgil Oldman stimato intenditore d’arte, grande collezionista, ma persona introversa e solitaria riuscirà ad affascinare anche il pubblico oltre confine? Secondo noi si, quindi segnaliamo lo scritto di qualche settimana fa.