Recensione di Ella & John – The Leisure Seeker il nuovo film di Paolo Virzì con Helen Mirren e Donald Sutherland al cinema dal 18 gennaio 2018.
Ella e John Spencer si amano. Si amano da una vita e insieme hanno avuto due figli. Oggi sono entrambi ammalati. Nessun malanno di stagione, le diagnosi sono differenti ma la prospettiva di finire i propri giorni senza l’altro è una garanzia. Così una mattina si alzano, caricano le proprie cose su The Leisure Seeker, il camper con cui andavano in vacanza quando i bambini erano piccoli, e puntano verso sud.
On the road, insieme, per sempre.
La coppia non sceglie una meta a caso ma quel sud a cui Ella appartiene e in cui vi è la casa di Hemingway, l’autore prediletto di John. Sarà il loro ultimo viaggio, lo capiamo quando John inizia a premere l’acceleratore dell’amato furgone. Ma quello è anche il momento in cui ci appassioniamo a loro e decidiamo di aggregarci, di salire a bordo e partire dimenticando tutto il resto.
The Leisure Seeker (da noi diventato Ella & John) è il nuovo film diretto da Paolo Virzì, tratto dal romanzo In Viaggio Contromano di Michael Zadoorian. È stato girato oltre oceano avvalendosi di due mostri sacri come Helen Mirren e Donald Sutherland. E con loro al volante, era impossibile non trascorrere due ore coinvolgenti.
La folle avventura dei nostri eroi sottende un dramma alquanto attuale: la libertà di determinare la propria fine quando il futuro si fa nero come il carbone. Ed Ella e John ce la fanno, con leggerezza e molto amore, spinti dalla consapevolezza di non voler rimanere soli. Soprattutto Ella, che vede il suo John sbiadire ogni giorno a causa dell’Alzheimer. La malattia non l’avrà vinta, non questa volta.
Con tali premesse, la pellicola correva l’alto rischio di scivolare nel dramma stucchevole e/o strappalacrime farcito di stereotipi. Grazie al cielo, Virzì ha scelto il registro della commedia gentile. E, facendo perno sul sentimento che lega i due anziani, riesce a farci sorridere e confortarci man mano che sopraggiunge l’inevitabile epilogo.
Quello che rende il lungometraggio squisito è proprio il non essere ricattatorio ma lineare. Racconta una storia con semplicità e sobrietà. Com’è la vita. E in sala al massimo sospiriamo, mentre i ricordi personali trovano la loro via nella nostra testa, stimolati dalle immagini che scorrono sullo schermo. Nel caso poi, come me, foste nati negli anni ’70, tenetevi forte perché The Leisure Seeker vi tramuterà nei figli immaginari dei protagonisti e le parentesi divertenti non si faranno attendere.
Paolo Virzì confeziona così, con eleganza e senza eccedere, il film meno italiano della sua carriera e – forse – anche il suo miglior successo su scala internazionale, a dimostrazione che il cinema nostrano, volendo, sa sganciarsi dalla recitazione caricaturale e da un’aura provinciale, sa narrare storie universali ad un pubblico eterogeneo (ed esigente) e sa soddisfarlo. È vero, all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, dove ha debuttato, aveva diviso la critica, e ai Golden Globes è rimasto a bocca asciutta, ma il 2017 si è dimostrato un anno difficile per Hollywood e dintorni.
Guardiamo avanti e godiamoci l’odore del mare.
The Leisure Seeker è dolce e frizzante, soprattutto profuma di casa. Concede alle storie di famiglia di riaffiorare con tutti quei personaggi che da troppo tempo non ci facevano compagnia. Per me, ha significato rivedere gli occhi di nonna di fronte ad un marito che non riusciva a rincasare (ogni giorno!) senza un piccolo regalo per lei e assaporare un amore di un’altra epoca, educato e rodato, indistruttibile nonostante crepe e difetti, che in questo XXI secolo chat-centrico si può solo ritrovare su grande schermo.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”