Recensione del film biografico Vi presento Christopher Robin, al cinema dal 3 gennaio 2018.
Ben prima di diventare un gadget da Disney Store, l’orsetto Winnie The Pooh fece la storia della letteratura inglese e mondiale, regalando al suo autore A.A. Milne rinnovata fama e successo proprio nel momento in cui sembrava vittima di un irreversibile blocco dello scrittore e un altrettanto irrecuperabile disturbo post-traumatico da stress.
E’ l’inizio degli anni venti e Milne (Domhnall Gleeson), reduce dalla prima guerra mondiale, prova a riprendere in mano la penna: ma i postumi del conflitto, una Londra caotica e le pressioni della moglie Daphne (Margot Robbie) non lo aiutano.
I coniugi si trasferiscono così in una villa di campagna con moglie, il piccolo figlio Christopher Robin (Will Tilston) e l’amata tata Olive (Kelly Macdonald); nella vita iper disciplinata di casa Milne, l’ispirazione letteraria giungerà dalla fonte in teoria più inaspettata, l’immaginazione del piccolo Christopher Robin e le storie dei suoi inseparabili compagni di peluche: l’orso Winnie, il tigrotto Tigger, il maialino Piglet e l’asinello Eeyore.
Sebbene le premesse di Vi Presento Christopher Robin siano dedicate alla gestazione dei racconti di Winnie The Pooh e al delicato, impacciato rapporto tra Milne Sr e Milne Jr, presto il film biografico diretto da Simon Curtis (Woman In Gold) si sposta dalle luci alle ombre del precoce “ghost writer” ed affronta il versante oscuro della vicenda: se da un lato il successo rimpinza le casse di famiglia infatti, dall’altro mette a durissima prova l’innocenza dell’infanzia del vero Christopher Robin, identificato e fagocitato dal suo omonimo alter ego letterario.
Interviste, comparsate e ricevimenti avvicinano i Milne alla gloria, ma strapazzano brutalmente il ritrovato idillio familiare.
Un sogno che diventa maledizione, per il bambino inglese più famoso del dopoguerra, costretto suo malgrado a mettere in vendita e condividere col mondo le complicità immaginarie costruite con papà nel “bosco dei cento acri”.
Da qui, dall’infanzia cordialmente rubata al piccolo protagonista, escono i momenti e le riflessioni più affascinanti di Vi Presento Christopher Robin, che per il resto non si sforza di distinguersi nell’affollato catino di film biografici.
Con la rigorosa e calda cornice tecnica, puramente britannica, Curtis si concede a emozioni e lacrime pilotate, palesando qua e là un po’ di lacune dialogiche.
Gli vengono in soccorso i fatti della vita vera, congiunzione incredibile di drammatica poesia fanciullesca, di pericoli collaterali e di sfumature familiari, così come aiuta un cast superbo, che aumenta le credenziali dell’ottimo Gleeson e della Macdonald. Quest’ultima, con il ritratto della sensibile ed empatica tata di Christopher Robin, interpreta i momenti più toccanti e cruciali del racconto.
Vi Presento Christopher Robin, spingendosi nel finale sempre più verso il miele (sarà contento Winnie), segna una traccia godibile ma non indelebile, che vale più per quello che racconta piuttosto che per come lo racconta.
Voto: 6/10
Luca Zanovello
Responsabile della sezione Cinema e del neonato esperimento di MaSeDomaniTV (il nostro canale Youtube) Luca, con grazia e un tocco ironico sempre calibrato, ci ha fatto appassionare al genere horror, rendendo speciali le chiacchiere del lunedì sulle novità in home video, prima di diventare il nostro inviato dai Festival internazionali e una delle figure di riferimento di MaSeDomani. Lo potete seguire anche su Outside The Black Hole