10 cose che non sapevamo sull’attore spagnolo Javier Bardem, a Toronto con Mother! e Loving Pablo.
È stato definito una vera forza della natura. È riuscito ad alternare film di genere a quelli mainstream. È stato diretto da Julian Schnabel, Woody Allen, Inarritu, Terrence Malick, Ridley Scott e, ovviamente, da fratelli Coen. In questi giorni è al TIFF 2017 con ben due pellicole, il controverso Madre! di Darren Aronofsky e Loving Pablo, in cui recita con la consorte. Javier Bardem ha davvero una carica inesauribile ed ha trovato il tempo d’intrattenersi in conversazione con il pubblico del festival di Toronto. In una Conversation fiume ha ripercorso un quarto di secolo di carriera con ironia e squisita esuberanza mediterranea.
Non è semplice condensare in un’ora il percorso artistico (ben 59 i crediti a lui attribuiti da IMDB) di un attore come Bardem, ma ieri ci sono riusciti con successo. Ecco 10 cose che non sapevamo su di lui.
1. LA PASSIONE PER LA PITTURA
Si stenta a credere ma l’attore che ha dato del filo da torcere a James Bond/ Daniel Craig in Skyfall ed era completamente fuori controllo in Non è un Paese per Vecchi, da giovane sognava di diventare un pittore. Per pagarsi gli studi, fece diversi lavori, tra cui il muratore, le caricature per strada e pure lo stripper, anche se solo per una sera – e in sala c’erano sia la madre sia la sorella.
2. PROSCIUTTO, PROSCIUTTO
La sua avventura nel cinema è iniziata per caso, il giorno in cui accompagnò ad un’audizione la sorella attrice. Bigas Luna, lo vide e non riuscì a resistere. E con Luna arrivò il primo ruolo da protagonista: il film era Prosciutto, Prosciutto e co-star era una Penelope Cruz appena sedicenne. Lì si diedero il primo bacio… ma era previsto dal copione.
3. STORIE DI FAMIGLIA
L’arte è impressa nel suo DNA. Javier Bardem è cresciuto circondato da persone dedite alla recitazione. Non solo la sorella, che anni più tardi ha abbandonato la professione, ma anche la madre, Pilar Bardem, che calca il palcoscenico da una vita, e lo zio (il regista Juan Antonio Bardem). Senza contare gli antenati che erano attori in un’epoca in cui gli artisti, alla stregua di prostitute e ladri, non venivano sepolti in terra consacrata.
4. I NUMERI DI UNA CARRIERA
È nel mondo della settimana arte da 24 anni. 43 sono i lungometraggi in cui ha lavorato (inclusi i 2 debutti al TIFF 2017). Ha prestato il volto a 3 personaggi viventi, due erano fonte di ispirazione il terzo era meglio perderlo. Si trattava dello scrittore e attivista Ramón Sampedro, del poeta Reinaldo Arenas e del narcotrafficante colombiano Pablo Escobar.
5. GLI OSCAR®
È stato il primo attore spagnolo a ricevere una nomination all’Oscar®. Aveva 33 anni, l’opera era Prima che sia notte, seconda regia di Julian Schanbel, e tutti erano così euforici da organizzare un party faraonico a cui parteciparono così tante persone da bloccare gli ascensori e necessitare dell’intervento dei pompieri.
Javier Bardem è stato anche il primo spagnolo a vincere un Oscar®. Dovette attendere il 2008 e il film era Non è un Paese per Vecchi dei fratelli Coen, tratto dall’omonimo romanzo di Cormac McCarthy.
6. I MODELLI DI RIFERIMENTO
Sono due: la madre e Al Pacino. Perché? Provate a indovinare…
7. ESAME DI GUIDA
Molti lo ricordano in Prosciutto, Prosciutto al volante, in scene da macho man, ma all’epoca non aveva la patente quindi, nascosta nell’abitacolo, c’era una persona che muoveva i pedali con le mani.
8. TITOLI RIFIUTATI
Pare impossibile, ma l’attore non accettò di partecipare a Minority Report di Steven Spielberg. Era il 2000 e non riteneva fosse il momento giusto per buttarsi in una nuova esperienza in lingua inglese. Chi l’avrebbe mai detto?
9. LA PRIMA VOLTA IN INGLESE
Nonostante in cabina di regia ci fosse Alex de la Iglesia, Perdita Durango del 1996 fu girato in inglese. Era la prima volta in cui si cimentava non in spagnolo, poi incontrò Schnabel e dovette studiare seriamente la lingua.
10. UN NUMERO INFINITO DI CADAVERI
Sapete quante persone ha ucciso in UN SOLO lungometraggio? Siete pronti? Sono ben q u a r a n t a c i n q u e! Si, esatto, 45. E la pellicola era, come prevedibile, Non è un Paese per Vecchi.
In attesa di vedere al cinema Javier Bardem, chiudiamo con una clip tratta proprio da questo gioiello firmato dai Coen.
Vissia Menza
ndr per leggere gli altri approfondimenti dal TIFF 2017, un clic QUI
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”