Un commento ai vincitori reali e morali del Concorso Internazionale del Locarno Festival 2017.
Il dado è tratto. Anche la 70ma edizione del festival del film di Locarno ha i suoi vincitori. Sono stati dieci giorni strani, in cui abbiamo atteso (forse troppo) l’opera che ci stupisse e, nonostante alcune belle visioni, alla fine siamo rimasti in attesa di Godot. E ora, il podio è distante da quelle che erano le nostre speranze.
Chi si è aggiudicato il Pardo? Ecco i vincitori del Concorso Internazionale
Pardo d’oro a MRS. FANG di WANG Bing,
Premio Speciale Della Giuria a AS BOAS MANEIRAS di Juliana Rojas, Marco Dutra e
Pardo per la Miglior Regia a F. J. OSSANG per 9 DOIGTS.
Pardo per la Miglior Interpretazione Femminile a ISABELLE HUPPERT per MADAME HYDE di Serge Bozon e il Pardo per la Miglior Interpretazione Maschile a ELLIOTT CROSSET HOVE per VINTERBRØDRE di Hlynur Pálmason.
Il Pardo d’oro va a un documentario, una non-fiction dedicata agli ultimi giorni di vita di una donna ammalata di Alzheimer. Inevitabilmente è la malattia a far breccia nello spettatore, ad angosciarlo e metterlo a disagio, rendendo qualsiasi film di fantasia troppo leggero e fuori posto. E pure noi siamo a corto di parole perché apparteniamo a quella frangia che vorrebbe i documentari e le storie di finzione competere in categorie ben separate, altrimenti molti lungometraggi non avranno più alcuna possibilità, soprattutto in piazze ricche di cinefili come quella locarnese.
Ecco quindi…
Il nostro personalissimo podio: consigli per il domani
Parlando con la gente, entrando alle proiezioni col pubblico ecco qualche vincitore morale, ossia qualche titolo che ha ricevuto applausi, in taluni casi vinto premi dalle giurie indipendenti, ha fatto sognare o sospirare l’audience e talvolta fatto arrabbiare per la fila da fare all’ingresso grazie ad un insistente passaparola.
Tra tutti spicca Lucky, appunto, un’opera pima importante, di un attore famoso, John Carroll Lynch (recentemente visto in Jackie e The Founder), che decide di esordire dietro la macchina da presa con un one man show di un attore novantenne, una vera icona del cinema, Harry Dean Stanton.
Il risultato è un racconto gentile, ironico, incorniciato da una fotografia sublime e una colonna sonora che dialoga con ogni inquadratura. La sua trama s’insinua sotto pelle e per giorni induce a parlarne. Decisamente, non vacuo seppur di evasione. Condividiamo quindi il giudizio della giuria ecumenica.
L’altra pellicola in Concorso su cui anche parte della critica puntava per il Palmarès era Wajib (The Duty). Anche in questo caso, con dolcezza è narrata la storia di un padre e di un figlio di Nazareth, due generazioni a confronto, che sottolineano due modi di reagire ai rapporti tesi tra israeliani e palestinesi. La regista scegliendo il registro intimo e familiare piace a tutti e si porta a casa due riconoscimenti dalle giurie indipendenti.
Chiudiamo con un terzo consiglio. Un lavoro di cui si è parlato meno ma che ha tutte le carte in regola per dominare le rassegne cinematografiche dei prossimi mesi. Charleston arriva dalla Romania e ci porta a casa di Alexandru, un neo-vedovo che a poche settimane dal nefasto evento si trova a scoprire e convivere con l’amante della moglie. I siparietti divertenti non mancano e neppure gli stacchetti danzanti tra il primo e il secondo tempo. Confezionato “come una volta”, con una fotografia e, anche in questo caso, con brani musicali scelti dopo accurato ascolto dei testi, Charleston ti accompagna all’epilogo in un soffio. Il merito è del regista Andrei Cretulescu, di cui sentiremo ancora parlare.
Per tutti gli altri premi, rinviamo al sito ufficiale del Festival www.pardo.ch
Chiudiamo con una nota sulla sezione Cineasti del Presente. Non ci siamo dimenticati di lei, l’abbiamo trovata molto interessante e dedicheremo i prossimi giorni proprio ai suoi film. Continuate a seguire il nostro diario da Locarno 70!
Vissia Menza
Last update: 20 agosto, ore 15:00
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”