La presentazione in anteprima alla Berlinale 2017 del film T2, sequel del mitico Trainspotting.
Trainspotting, film culto degli anni ’90, fotografia di una generazione di anti-eroi, indimenticabile storia di sbando e flebile speranza è tornato. Sono trascorsi 21 anni dal giorno in cui Danny Boyle portò al cinema il libro di Irvine Welsh e il suo T2 è il primo evento di questa 67ma Berlinale. Non strettamente un sequel, come ci conferma lui stesso, più un dialogo con l’originale in cui i personaggi cercano delle risposte da dare a sé stessi. Il tutto su note che rievocano la colonna sonora di un tempo, quella musica che ci ha accompagnato per due decadi, con un’energia in grado di galvanizzare non solo gli attori ma anche l’audience. Solo che questa volta siamo tutti cresciuti. Loro e noi. E il risultato è duro da accettare da entrambi i lati dello schermo.
All’anteprima tedesca, oltre al regista, erano presenti Anjela Nedyalkova, Jonny Lee Miller e Ewen Bremner, ossia la new entry (che all’uscita del primo Trainspotting aveva 5/6 anni!) e parte del cast originale. Quel gruppo di attori che ha reso possibile il successo planetario della pellicola e ha visto la propria carriera prendere il volo – e che nel mentre ha vissuto sulla propria pelle il fatto di invecchiare, cambiare, fare i conti con chi si è diventati.
Alla conferenza stampa il gruppo era prontissimo a rispondere alle domande degli addetti ai lavori, molti dei quali custodivano non troppo segretamente un ricordo particolare della storia del 1996 e della sua colonna sonora. Quella colonna sonora che oggi appare rimixata, riarrangiata, in modo da aprire agilmente i nostri cassetti della memoria e non sembrare obsoleta, studiata con attenzione per non suonare stonata in qualcosa che tutti ci tengono a non definire un banale secondo capitolo.
Non poteva mancare una menzione, seppur di sfuggita, alla Brexit (in Scozia si respira da sempre aria europeista e loro stavano girando li proprio durante le votazioni); la curiosità di sapere se il regista prenderebbe in considerazione l’idea di lavorare con un iPhone al posto di una vera macchina da presa (e la risposta è un si); e che sensazione si prova ad essere l’unica donna (Anjela Nedyalkova) sul set di un film diventato fenomeno di costume. Anche se il punto focale non poteva che essere la sensazione – dolorosa – che sia trascorso molto tempo, che tutti siano cambiati, che soffrano per i propri fallimenti e sentano il peso della frustrante ripetizione dei medesimi errori ancora e ancora.
E, in effetti, è quello che abbiamo provato pure noi. Seduti nel buio di una sala, accompagnati da molte speranze, convinti di seguire una storia permeata da sarcasmo e riscatto, invece, ci siamo trovati schiacciati da un racconto estremamente realistico, che rovina l’umore e ci ricorda che non possiamo rifuggire il nostro essere. Perché alla fine continueremo a cadere, rialzarci e cadere. Percependo, con lo scorrere del tempo, una fastidiosa e crescente fatica. Un impietoso specchio che ci ricorda chi siamo. Forse per questo, all’uscita l’entusiasmo ha lasciato spazio alla disagio e ad uno strano senso di responsabilità.
T2 Trainspotting sarà nei cinema italiani dal 23 febbraio 2017. Il consiglio è di guardarlo con occhi nuovi, rimanere aggrappati a cos’era e cosa è stato.
Vissia Menza
Update del 22 febbraio 2017: a questo link potete leggere la recensione approfondita del film T2 Trainspotting
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”