Festival del cinema Africano d'Asia e America Latina_poster 2016

Anche per quest’anno l’avventura è finita. Da poche ore è calato il sipario sulla 26° edizione del Festival del cinema Africano, d’Asia e America Latina. Le opere in concorso sono state tutte una scoperta, gli applausi tanti e gli incontro con gli autori arrivati da vicino e da molto lontano altrettanto numerosi. È stata una settimana all’insegna delle anteprime, delle sonorità e dei sapori diversi, insoliti, nuovi e da ricordare. Tante le forme d’arte che si sono affiancate e tanti i metri di pellicola che si sono susseguiti sugli schermi dei cinema milanesi aderenti all’iniziativa. Vediamo quindi chi ha conquistato il podio e il cuore di pubblico e giurie.

Condividono ex aequo il Premio Comune di Milano Miglior Lungometraggio Finestre sul Mondo (di €.8.000) i film Madame Courage di Merzak Allouache e We’ve Never Been Kids di Mahmood Soliman. Se il primo offre uno scorcio di una realtà poco da cartolina della vicina Algeria, quella dei giovani che vivono di espedienti e si anestetizzano con sostanze  allucinogene e allucinanti per evadere da una situazione senza via di uscita, in cui i sogni e le speranze sono una perdita di tempo; il secondo (We’ve never been Kids) documenta l’inesorabile declino economico, sociale e politico di un altro paese non lontano da noi, l’Egitto, filmando per oltre una decade Nadia e i suoi figli. Ne emerge un documento chiaro e senza sconti sulla povertà e i suoi effetti su chi cerca in tutti i modi (senza riuscirci) di rifuggerla.

Passando al Premio Duomo Viaggi e Turismo – Miglior Cortometraggio Africano (di €.2.000), lo vince il corto The Mocked One, di Lemohang Jeremia Mosese. Storia di una giovane che per salvare la fattoria del padre, dopo diversi fallimenti, utilizza uno stratagemma fuori dal comune pensare. Ispirato da fatti reali, calato in un ambiente verdissimo, dimostrando grande attenzione nelle inquadrature, nell’uso del rosso e in molti altri dettagli, il filmato incolla lo spettatore allo schermo facendogli amare la sua protagonista.

Continuando la nostra carrellata, il Premio Extr’A – Razzismo Brutta Storia (di €.1.000) se l’è aggiudicato Dustur dell’italiano Marco Santarelli mentre l’opera più votata dal pubblico – Premio del Pubblico Città di Milano (nonché Menzione Speciale della Giuria) è stata La delgada linea amarilla (The Thin Yellow Line) del regista Celso Garcia. Un on the road in cui sullo sfondo troneggiava il paesaggio messicano in tutta la sua magnificenza, coi suoi colori, con la sua durezza. Sulla strada si ritrovano una manciata di uomini, con una missione da compire, tutti con trascorsi duri ma pronti a rimettersi in gioco. Un racconto garbato, equilibrato, ritmato, incorniciato da un’ottima fotografia, sorprendente nel cast e attenta alla colonna sonora. Non sorprende che l’audience l’abbia amata e a cui auguriamo di arrivare presto nelle sale.

Ora non ci rimane che goderci le ultime proiezioni della giornata e sfogliare le foto dei ricordi in attesa del 2017 e delle sue mille sorprese.

Se vi siete persi il nostro diario lo trovate QUI per il resto sfogliate il sito ufficiale della kermesse  www.festivalcinemaafricano.org

All’anno prossimo!

Vissia Menza

 

n.d.r. vi ricordiamo che cliccando sulle parole in rosso potete leggere le recensioni e gli approfondimenti dei giorni scorsi e QUI trovate qualche riga in più sui corti vincitori