Tra poco, alle ore 19:15 a Bergamo, presso il BFM Bookshop, si terrà l’incontro con il regista Valéry Rosier che ieri ha presentato in Mostra Concorso il suo primo lungometraggio di finzione, Parasol (in replica dopocena, alle 22.30).
Parasol è la storia di tre persone che non si conoscono, di tre esseri umani con esigenze differenti, di tre adulti che condividono il luogo di villeggiatura e, sotto il sole di fine estate, vedono le loro speranze sfumare.
Annie è una signora, anzi una nonna, che insegue il sogno di un nuovo amore sino a Palma di Majorca dove si scontra con la realtà e il disappunto dei figli. Péré è un quarantenne divorziato disposto a tutto, anche a infrangere qualche regola, pur di migliorare il rapporto con la propria bambina. Alfie è il classico ragazzino di buona famiglia che cerca di emanciparsi da genitori iper-protettivi e, per la prima volta, riesce a fare una vacanza in solitario. Purtroppo, però, presto diventerà bersaglio delle compagnie sbagliate.
Tre generazioni, quindi, che si scontrano con la società degli anni duemila, caratterizzata da una solitudine profonda e destinata a peggiorare.
Il film del cineasta belga fotografia, con dolcezza e lucidità, le tre stagioni della vita e ci strappa più un sospiro. La sua è una commedia triste in cui c’è la terza età, popolata di persone con qualche acciacco ma combattive, con sentimenti ancora vivi, facili da urtare o ignorare. Non dimentica i quarantenni, senza carriera, con legami allo sfascio che si arrabattano e sognano una realizzazione che probabilmente non raggiungeranno mai. Infine ci sono i giovani, adulti indifesi che si affacciano al mondo e la cui timidezza li fa finire subito nei guai. Se questa situazione non appare nuova, nuova è l’assenza di sicurezza generata dall’individualismo esasperato e dagli egoismi che pervadono le leve 2.0.
Per il secondo giorno consecutivo, nella categoria principale vengono proiettate storie di coraggiosi eroi moderni che non si danno per vinti anche quando si trovano a dover fronteggiare una sorte loro avversa. Taluni riusciranno a sopravvivere (forse un po’ acciaccati) e continueranno a sperare, altri dimenticheranno e inizieranno ad assecondare il fato, mentre alcuni soccomberanno.
Parasol è luminoso e caldo di giorno, umido e malinconico quando cala la luce. È dolce e amaro, non strappa risate e non angoscia. Sceglie una prosa rapida (sono solo 75 minuti) e asciutta che vi accompagnerà sino alla soglia di casa. Starà a voi decidere se farlo entrare o dimenticare che Péré, Annie e Alfie sono ovunque.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”