Maggie vive a New York, ha trent’anni, è un’insegnate, è single, pare felice. Il giorno che realizza di avere un’incontenibile voglia di maternità, non s’invischia in una relazione di ripiego ma chiede a un ex compagno di studi, con un rendimento scolastico brillante, di donarle il suo sperma. Come nelle migliori commedie romantiche, dopo aver preso la sua decisione Maggie incontra un uomo, John, che le fa girare la testa e, inaspettatamente, non solo è ricambiata ma crea una famiglia con lui. Le sorprese però non sono finite. Un giorno la protagonista della nostra storia incontra Georgette, l’ex-moglie di John, una donna assorbita da sé stessa e protesa alla carriera, cosa che tanto aveva reso infelice il compagno. Nonostante le apparenze, Maggie si rende conto della chimica che lega i due e attuerà uno strampalato piano per far battere tutti cuori nel modo giusto.
Maggie’s Plan è il nuovo film di Rebecca Miller, la figlia del noto drammaturgo Arthur Miller (l’autore di Morte di un commesso viaggiatore balzato agli onori della cronaca per aver sposato Marlyn Monroe), a sua volta scrittrice oltre che regista. Per il suo ritorno su grande schermo ha scelto una storia che ci fa ridere, immedesimare, pensare ed evadere per un paio di ore. In Maggie (intrepretata da Greta Gerwig) rivediamo un po’ di noi stesse e delle nostre carenze ma anche un’altra noi, quella che vorremmo essere. Maggie è brillante, pratica, non si lascia scoraggiare, insegue i suoi sogni e li realizza. Quando commette un errore, anche se sono coinvolti i sentimenti, riesce a trovare soluzioni creative e fare la cosa giusta. Un po’ la invidiamo e ci riproponiamo di prenderla ad esempio.
I protagonisti di questo triangolo tanto intellettuale quanto amoroso sono tre: Maggie, John (Ethan Hawke) e Georgette (Julianne Moore). Tre menti illuminate, tre persone che amano, tre esseri umani imperfetti che sanno farsi adorare dal pubblico in sala. Gli ambienti, colti e sgangherati, le piccole manie, i capelli arruffati ci piacciono e ci riportano alla mente – rimanendone saggiamente a debita distanza – quelle commedie brillanti a stelle e strisce di cui Woody Allen è stato per decadi maestro indiscusso. Lo script della Miller è frizzante e ben ritmato, la luce è calda e avvolgente e ci fa sentire bene dentro quelle stanze, non avvertiamo più lo schermo, e ridiamo di gusto, regalando più di un applauso a scena aperta.
Dopo essere stata presentata al Sundance la pellicola è arrivata in Berlinale, dove ha sedotto l’audience confutando le voci che la volevano debole e poco convincente. Maggie’s Plan deve molto alla presenza di Greta Gerwig, all’ambientazione e, in generale, a quel messaggio di speranza che ci incita a continuare, a provare e riprovare, perché la vita e l’amore sono imprevedibili.
Godibile, mai noioso, con un ottimo cast. Fossi in voi mi annoterei il titolo.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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