IN BREVE
Nel giorno in cui esce il re-make, parliamo della versione originale de IL SEGRETO DEI TUOI OCCHI, capolavoro diretto da Juan José Campanella che vinse -meritatamente- il premio Oscar® nel 2010 come miglior film straniero. Travolgente storia di amore, morte e amicizia con protagonisti Ricardo Darín, Soledad Villamil, Pablo Rago e Javier Godino che unisce con maestria dramma, suspense e malinconia. Un’opera sorprendente da non lasciarsi scappare.
RECENSIONE
Anni fa ho visto un film, sconosciuto, un thriller che arrivava da lontano, da quel Sudamerica che negli ultimi due lustri ci ha abituati a opere cariche di suspense e sentimento, popolate di personaggi umani, deboli, imperfetti, tanto reali da non farci percepire la distanza. Nulla ci separa: non c’è più un continente e non c’è più una barriera linguistica, ci sono solo una manciata di persone che sentiamo simili a noi e vorremmo poter toccare.
La pellicola era IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI, si basava sul romanzo di Eduardo Sacheri “La pregunta de sus ojos”, e si apriva con il classico caso di omicidio, terribile, cattivo, odioso, che lasciava presagire più di una sorpresa prima di giungere a un epilogo in cui giustizia fosse fatta. A suo tempo, nessuno in sala era cosciente che una volta spente le luci si sarebbe trovato a vivere un’intensa, delicata, magnetica avventura, così come non ci si aspettava che a breve quel film riuscisse a sedurre l’Academy aggiudicandosi la blasonata statuetta.
IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI è la storia di Benjamín Espósito, un assistente pubblico ministero in pensione, divenuto scrittore, che romanza un vecchio caso di omicidio. Nel ripercorrere gli eventi di un passato remoto, riaffioreranno sentimenti assopiti, alcune antiche promesse, un immenso dolore e soprattutto il potere dell’amore puro e sconfinato. Si parlerà di amicizia, di sogni infranti, di speranza e di fiducia nella giustizia.
Il film diretto da Juan José Campanella unisce il dramma al thriller e trasuda amore in ogni sua forma. Incorniciato da una fotografia calda ma non soffocante, con un ritmo quieto ma incalzante, rispettando i tempi della suspense e dandoci tutto ciò che ci aspettavamo (e che volevamo), il regista ci mostra una manciata di vite unite da quel sentimento impetuoso e sfaccettato che ci spinge spesso a mosse sconsiderate.
Vedere IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI significa venire rapiti da una trama toccante, significa risolvere un brutale assassinio e significa scoprire il lato debole dell’essere umano. Durante la visione s’impara ad amare i protagonisti, a comprenderli, a perdonarli e in sole due ore ci si ritrova a sperare che la storia non si fermi più. Si diventa famelici di nuove inquadrature, si attende con impazienza che emergano inedite sfaccettature di un piccolo gruppo di persone che sono alla ricerca di quiete e di un pizzico di gioia, esattamente come noi. Anche se, alla fine, in cuor nostro, sappiamo che la felicità sarà solo un’illusoria parentesi.
Raramente ho visto un lavoro cosi equilibrato, che sapesse mescolare realismo, poesia, impulsi e sofferenza. Regia, recitazione e fotografia collaborano a creare e rendere perfetta e profonda una danza di sguardi entro i quali si cela un’infinita gamma di emozioni.
Tanta bellezza, tanta attenzione, tanta delicatezza e una simile dolcezza sono rari da trovare un’opera di recente fattura. Non mi attendevo quindi che qualcuno avesse già deciso di ripartire da capo, di riavvolgere il nastro, di rivedere il racconto e rischiare di togliere l’allure magica, che contraddistingueva l’originale, nel tentativo di vincere al box-office. Non so e non voglio sapere. Ora chiudo gli occhi e torno indietro. Ho bisogno di assaporare ancora per qualche istante il passato.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”