L’edizione numero 68 del Festival del Film Locarno è agli sgoccioli. Ancora poche ore e saranno proclamati i vincitori dei Pardi. È arrivato il momento di fare il punto e raccontare cosa sia successo di bello nella sezione principale, il concorso internazionale.
I lungometraggi in competizione erano diciannove, tutti di livello medio-alto che si equivalevano per direzione, recitazione e realizzazione, quindi quest’anno fare un pronostico è davvero difficile. Nessun appaluso da stadio alle proiezioni stampa e neppure nessun grande disappunto. Dipenderà tutto dai gusti e dagli assetti della giuria e, per una volta, sarà davvero una sorpresa.
Abbiamo aperto la maratona con una certezza come JAMES WHITE, in arrivo dal Sundance. Con una bravissima Cynthia Nixon, è la storia di una giovane allo sbando, James, che quando il gioco si fa duro, e la madre si ammala, va insieme del tutto. Sembra che oramai la malattia sia il modo migliore per tirare fuori il meglio da un attore quindi, dato il caloroso benvenuto ricevuto anche da questo lato dell’Atlantico, confidiamo arriverà presto nei nostri cinema.
Il film che ci ha ricordato che la categoria prevedesse un premio per i migliori è stato l’israeliano TIKKUN, racconto triste con parentesi ironico-grottesche in un magnifico bianco e nero che ci porta nella casa di un ragazzo ebreo ultra-ortodosso finito nel limbo. Una raffinata opera che dovrà vedersela con il ben più ruvido, ma altrettanto incisivo, film serbo-russo BRAT DEJAN.
Le anteprime hanno calato il sipario con un’opera giapponese di “sole” 5 ore e un’abbondante manciata di minuti. Come oramai da tradizione, anche a questo giro è arrivata la pellicola interminabile, HAPPY HOUR. Hamaguchi Ryusuke ci porta dentro le vite di un gruppo di amiche, un po’ frustrate, che affrontano le conseguenze della sparizione di una di loro. Per una volta nessuna rivendicazione, nessuna dichiarazione, nessuno scandalo, solo storie di vita e una sceneggiatura che scorre, cosa che gli è valsa pure l’applauso dei valorosi rimasti in sala dal primo al 317° minuto. Sarà Pardo d’oro?
Le belle sorprese?
Quanto a trama e mise-en-scène primeggiano l’olandese SCHNEIDER vs. BAX, storia di due sfortunatissimi sicari che devono farsi fuori a vicenda tendendo a bada un fato incredibilmente dispettoso. Vero western in salsa nordica traboccante sarcasmo e sangue (che scorre a fiumi, ma non si vede) senza troppe implicazioni psicologiche e privo di denunce che è un sollievo per la nostra anima. E CHEVALIER, della regista ellenica Athina Tsangari. L’autrice ha isolato un gruppo di uomini su uno yacht extra-lusso al largo del Mar Egeo e li ha portati a massacrarsi psicologicamente con un gioco alquanto banale. La voglia di primeggiare sugli altri li porterà a compiere una serie di idiozie tristemente comiche.
Le certezze?
Non possiamo chiudere senza decretare la nostra Palmarès. Per la sua ironia, per la sua intelligente esplorazione dei rapporti umani, per la delicatezza della narrazione e per i guizzi dimostrati RIGHT NOW, WRONG THEN del regista coreano Hong Sang-soo, è il nostro personalissimo vincitore. Un film d’autore sobrio, elegante, gentile che mette d’accordo pubblico, cinefili e critica. È il trionfo dell’equilibrio e del buon gusto e a nostro avviso merita il premio più prestigioso.
Ora tocca ai giurati e… al pubblico.
Vissia Menza
Vi ricordo che cliccando sui titoli dei film potete leggere le relative recensioni e con un click QUI sarete indirizzati al nostro diario dal Festival con recensioni, approfondimenti e gallerie fotografiche
Ultimo aggiornamento il 16 agosto alle 15:15
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”