Durante il weekend appena concluso, costellato di eroine in costume, abbiamo visto anche il film ANGELICA. Tra le proiezioni Special di Panorama, questa pellicola si preannunciava ricca di suspense, con tendenze horror, molto avvincente. E, in effetti, l’opera era gotica, cupa, sudata e un po’ impolverata.
La storia è ambientata nella Londra di fine ‘800 e narra dell’amore finito in tragedia tra una giovane orfana e un medico di origini italiane. Il loro era un matrimonio voluto e felice, ma con la nascita della piccola Angelica, triste realtà fece irruzione: Constance, la nostra protagonista, non potrà più avere bimbi e dovrà stare lontana dal piacere, altrimenti potrebbe accadere il peggio. Inizia quindi una forzata astinenza in nome del sentimento che lega i due giovani, destinata a corroderli, amplificando ogni sensazione e timore.
Come se non bastasse, con lo scorrere dei giorni, mesi e anni, scherzano col fato sino a rasentare la follia. Constance inizia ad avere incubi, sospetti e bizzarre visioni. Esatto, il sistema nervoso le crolla ogni giorno un pezzettino e il marito inizia a non saper più cosa sia giusto o sbagliato e, il giorno in cui avrà un tentennamento, commetterà un grave errore.
La pellicola diretta da Mitchell Lichtenstein (già, è proprio il figlio di Roy, nonché il regista di “Denti”) alle spalle ha una buona storia, la suspense e la componente pseudo-horror sono ben calibrati, il cast è solido, ma qualcosa non va. La platea non riesce a prenderlo sul serio e a lasciarsi irretire. E anche volendo puntare al lato mélo, la passione è troppo dichiarata e poco travolgente. Tutto rimane in superficie. Il brusio diviene, quindi, un sottofondo sempre più fastidioso, man mano che svanisce la speranza che le cose migliorino.
Sia chiaro, il film è godibile e curioso. Consigliato a chi ama la letteratura su grande schermo e a chi non sa rinunciare a film ben confezionati anche quando si tratta di B-movie. Ipercritici, perfettini, storici per diletto, forse, questa opera non si confà al vostro fiuto infallibile.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”