Recensione di Mr Holmes, il film di Bill Condon in anteprima fuori concorso alla Berlinale 2015.
La prima domenica di Festival è sempre attesa con fibrillazione, il motivo è semplice: è il giorno in cui sarà presentato il film più atteso. E quest’anno i riflettori erano tutti puntati su Terrence Malick e il suo Knight of Cups che purtroppo, invece, ha deluso o, se preferite, ha spaccato in due sia il pubblico sia la critica. Da una parte gli ammiratori senza possibilità di ravvedimento, dall’altra coloro che non lo sopportano e nonostante gli sforzi non riescono ad amarlo.
La vera sorpresa, piuttosto inattesa, è stata la pellicola, fuori concorso, che ha aperto la giornata: Mr. Holmes, per la regia di Bill Condon. È la storia di uno Sherlock Holmes oramai novantenne che, ritiratosi a vita privata, fatica a ricostruire il suo ultimo caso. Il famoso detective è impersonato da un bravissimo Ian McKellen, affiancato dal giovanissimo Milo Parker e da Laura Linney (presenti qui a Berlino). L’ambiente è quello della meravigliosa campagna del Sussex, la trama mette le generazioni a confronto e il racconto sfrutta un inconsueto punto di vista: quello intimo di un Holmes, attempato ma lucido, ironico e consapevole che se ci fosse stato Mr. Watson i fatti sarebbero stati romanzati e resi molto più epici di quanto lui riesca a fare.
Un’opera gentile, che tocca la quarta età, l’importanza dei ricordi (e gli scherzi della memoria) e del loro passaggio alle nuove generazioni, ma anche i rapporti familiari, il legame tra finzione e realtà e molto altro. Non un dramma però, al contrario, questa è una dolce pellicola ricca di battute frizzanti e un caso da risolvere sullo sfondo, che intriga lo spettatore tenendolo attento sino ai titoli di coda. Tante erano le cose da scoprire del passato e presente di questo arzillo vecchietto e nessuno è rimasto deluso, anzi… tutti sopresi per il bel inizio di giornata.
Liberamente tratto dal romanzo di Mitch Cullin, dal titolo A Slight Trick of the Mind, il film di Condon è una ventata di aria fresca: ben confezionato, sobrio e ritmato. Sicuramente adatto a tutti. I giovani saranno incuriositi dalla nuova luce puntata su una figura classica della letteratura, quale è Holmes; gli adulti in cerca di evasione intelligente, non potrebbero chiedere di meglio; e le dame di altri tempi non pronte alla rottamazione rimarranno inebriate. Qui siamo fiduciosi che arrivi presto in tutte le sale a Sud delle Alpi.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”