Da poche ore sono stati annunciati i premi della 67° edizione del Festival del film Locarno. Alcuni Pardi erano annunciati, altri sperati e taluni non voluti, lo ammetto. In effetti, durante la giornata è successo di tutto, di sicuro poche le sorprese. Gli eventi si sono susseguiti seguendo un copione rodato e, appunto, non vi è stato nessuno scossone, neppure uno.
Ma procediamo con ordine…
I Pardi annunciati erano pochi ma chiari sin dai primi giorni: il filippino Lav Diaz sarebbe tornato a casa dopo il trionfo, avrebbe sbaragliato la concorrenza lasciando agli altri solo le briciole. Tutti i premi più illustri sarebbero stati suoi. E così è stato. Il suo “Mula sa kung ano ang noon” era un film interminabile, cinque lunghe ed estenuanti ore di bianco e nero sibilante, uno strazio per membra occhi e mente, il film da festival per eccellenza che per anni sarà difficile da eguagliare. Molti di noi si sono ridotti a vederlo a più riprese, nemmeno fosse una soap-opera, altri grazie al passaparola si sono goduti solo la seconda parte, che da sola durava quanto un intero film “normale”.
Tra i Pardi sperati c’era quello della migliore attrice: la protagonista del greco “A Blast” che ci ha incollati alla poltrona con la sua performance intensa non solo nella recitazione ma anche nel messaggio nuovo, coraggioso, al passo coi tempi che cambiano. La sua Maria è una donna con la testa sulle spalle, cosa che non le impedisce di rinunciare al proprio benessere. Bravissima lei, audaci tutti – come le nuove voci elleniche ci hanno abituati negli ultimi tempi – ma, evidentemente, troppo forti per un continente ancora imbrigliato nel suo pesante passato di tradizioni polverose. E Aggeliki Papoulia torna a casa senza Pardo.
Un’altra speranza invece è stata soddisfatta: Artem Bystrov, il sorprendete protagonista del masterpiece russo “Durak”, torna à la maison con un premio. Il suo personaggio ci ha spiazzati quanto a umanità, determinazione e coraggio. L’interpretazione era talmente efficace da farci dimenticare che stavamo guardando un film ambientato in terre tanto lontane dalle nostre. E, anche in questo caso, auguro all’opera di arrivare lontano e di continuare a mietere successi.
Gongolo letteralmente nello scoprire che “Listen up Philip” di Alex Ross Perry si sia aggiudicato il Premio Speciale della Giuria. Con una tale abile sceneggiatura, con una regia solida che comunicava determinazione, con interpreti più che azzeccati che non sbagliavano una battuta, non rimarrei stupita di veder presto il film distribuito (per lo meno a casa sua) e il regista accedere al gotha della settima arte. L’opera è matura, divertente, da vedere. Da molti – giustamente – è stata definita “una lezione di cinema”, e si sa quanto i critici europei siano piccati…
Tra i premi che invece non coprendo c’è la Menzione Speciale assegnata al brasiliano “Ventos de Agosto”. Storia di due ragazzini che ingannano la noia facendosi all’ombra delle palme sino al giorno in cui trovano prima delle ossa palesemente umane in fondo al mare, poi un cadavere. A quel punto lui si dedica solo al mistero e lei perde il sorriso. Uno dei rari casi in cui all’uscita dalla sala ho trattenuto la penna a fatica. A breve dedicherò qualche riga in più al film e cercherò di essere obiettiva, anche se ho ancora vivido il ricordo del fastidio provato durante la visione, un misto d’insofferenza da perdita di tempo e da presa in giro. Prima di parlarne preferisco quindi dormirci sopra ancora un po’.
Ecco, in breve, com’è andata quest’anno. Nei prossimi giorni dedicherò ancora un po’ di spazio a opere originali, carine, insolite. Se siete curiosi di leggere il diario dei dieci giorni trascorsi a Locarno, lo trovate cliccando QUI. Se invece state cercando l’elenco completo dei vincitori, esso troneggia sul sito ufficiale del Festival raggiungibile con un click sul poster in alto.
Mentre preparo la valigia per il prossimo Festival (a breve su questo sito la diretta), ora tocca al pubblico: aspetto i vostri commenti :)
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”