Anche Cronenberg ė arrivato a Cannes, il grande cast ricco di stelle Hollywoodiane ha sfilato sorridente sul tappeto rosso e Robert Pattinson secondo me se la gode: dopo il consenso ottenuto con ”The Rover”, ora ė a caccia della doppietta anche se in “Maps to the Stars” veste i panni più marginali di un giovane autista di limousine (e il film non si svolge dentro un’auto…). L’attore feticcio del regista canadese, infatti, è cresciuto molto e ora sta facendo del suo meglio per prendere il largo da colleghi che amano forse più riempire le pagine di gossip che quelle della critica cinematografica.
La competizione tecnicamente qui in Costa Azzurra si chiuderà solo alla fine di questa magnifica giornata di sole ma “Maps to The Stars” ė uscito nelle sale italiane e il pubblico sta già decretando se promuovere o dimenticare quanto visto, quindi qualche riga è dovuta. Gli addetti ai lavori sulla Croisette non sono stati soddisfatti e il film parrebbe escluso dalla rosa dei papabili al premio più ambito ma, per esperienza, sappiamo che nelle prossime ore potrebbe accadere di tutto.
“Map to The Stars” ė una storia bizzarra, reale, triste, che ruota intorno alle vite di una manciata di persone con legami fortuiti e/o di sangue.
“Maps to the Stars” ė la storia di gente famosa che vive in un agio sconsiderato al punto di perdere il contatto con la realtà e credere di essere libera di fare ciò che vuole in barba agli altri e alle leggi e – ahinoi – pare aver ragione!
Protagonisti di “Maps to the Stars” sono i Weiss e… sono vero disastro.
Il tredicenne Benjie (Evan Bird) è un divo della televisione che si può permettere il lusso di fare tutti i capricci che vuole con l’emittente per cui lavora. Al suo seguito ha una madre-agente (Olivia Williams) piuttosto psicotica, depressa, fumatrice compulsiva, che ė sposata con un uomo solo apparentemente più equilibrato. Il Dottor Stafford Weiss (John Cusak) ė riuscito a unire con successo i media, la psicoterapia, lo yoga e altre pratiche feng shui, ma sta solo sublimando traumi che pian piano emergeranno. Questa famiglia in apparenza tanto bella e vincente vive in una stilosissima villa, pubblicata sulle più blasonate riviste di architettura, di una delle vie più famose di Los Angeles, ma a breve crollerà impietosamente.
L’apparente armonia dei Weiss viene, infatti, incrinata il giorno in cui una giovane ricoperta di cicatrici torna in città e viene assunta da una diva del cinema in declino. La bella Julianne Moore ė Havana Segrand, la diva in crisi, Mia Wasikowska ė l’oscura ragazza che arriva dalla Florida, ed entrambe sono legate ai Weiss, dobbiamo solo scoprire come.
Il cast ė eccellente, lo script ė davvero intrigante, i luoghi scelti sono perfetti e la regia dimostra decisione ma manca comunque qualcosa. Gli attori talvolta sembrano persi o ancora intenti a trovare il giusto equilibrio tra sé stessi e il proprio personaggio; i dialoghi non sono incisivi né serrati, talvolta appaiono vuoti, non efficaci e/o non del copione definitivo; e il montaggio da l’idea che i tagli non siano stati realizzati tutti dalla medesima mano o pensati dalla stessa testa. Insomma, la coerenza latita e ne risente sia l’effetto sorpresa (nonostante la storia sia ricca di eventi) sia il povero cast e tutto si dimentica dopo poche ore. La sensazione è che con più tempo a disposizione avrebbe visto la luce un gran film, un vero psicodramma moderno incentrato sulle follie del nuovo secolo con una eccellente trama e dialoghi meravigliosamente grotteschi. Purtroppo, non è andata così.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”