L’inglese Nick Hornby, scrittore relativamente giovane con una fantasia e un’ironia superiori alla media, e il francese Pascal Chaumeil, un regista dalla faccia simpatica che ha appena compiuto gli anni, hanno unito le menti per dare vita ad un film che si candida ad arricchire le fila dei Blockbuster divertenti di questo 2014. Perché alla prima mondiale – quella col pubblico di agguerriti cinefili – dell’adattamento cinematografico di “Non buttiamoci giù”, la gran parte dei presenti ha riso di gusto e non ė stata parca negli applausi.
Immaginate la seguente scena: una sera solitaria d’inverno, un uomo prende una scala e si reca sul cornicione di un palazzo ben preciso della città. Si accende un sigaro e si mette a pensare, ma sul più bello accade qualcosa. Quando ė chiaro che per qualche oscuro motivo, il nostro Martin voglia buttarsi di sotto, una vocina si fa sentire. Niente angeli custodi, fantasmi, o defunti tornati dall’aldilà per farlo rinsavire, solo una donna che ha avuto la sua stessa idea e ha fretta di farla finita (anche se preferirebbe un po’ di privacy). Le cose si complicano ulteriormente quando sopraggiungono nell’ordine, una reginetta del ballo e poi un pizza-Boy. Ora avete il quadro completo: quel cornicione è troppo affollato per un suicidio!
Le vite di questo quartetto s’incontrano la notte di Capodanno sul tetto del palazzo preferito dagli aspiranti suicidi londinesi. Per una serie interminabile di coincidenze, quella notte al posto di gettarsi faranno amicizia e stringeranno un patto con cui s’impegneranno a rimanere vivi e vegeti sino a San Valentino (ed ecco svelato il motivo della pubblicazione di questo scritto, proprio oggi). Nelle sei settimane successive, ne capiteranno di ogni: i quattro avranno occasione di conoscersi meglio, poi verranno presi di mira dalla stampa (il distinto Martin ė un famoso anchorman caduto in disgrazia, e la principessina ė la figlia problematica di un noto politico), quindi si prenderanno una vacanza dai loro problemi e poi arriverà la resa dei conti, il fatidico 14 febbraio.
Martin, Maureen, J.J. e Jess sono diversi tra loro, ma insieme ci mostrano un paniere di varia umanità. Incarnano tipologie di persone molto comuni, hanno i problemi di tutti e un’innata forza di cui non sono coscienti, esattamente come noi al di qua dello schermo. Hornby ci descrive bene, con semplicità e col sorriso: fotogramma dopo fotogramma vediamo scorrere le nostre paure e debolezze, le varie forme di solitudine e i piccoli egoismi che ci contraddistinguono.
Definite come la nuove piaghe, la depressione, il senso di abbandono, i giudizi facili e il non voler creare solidi rapporti umani, hanno portato le persone a essere sempre più connesse (nel cyberspazio) e meno nel mondo reale. E ora, siamo talmente incapaci di vivere da credere che il “buttarsi giù” sia la migliore soluzione.
La pellicola ė una commedia ma di quelle amarissime, perché alla fine la voglia di non sentire più, almeno una volta, ė capitata a tutti. Con un buon ritmo, nonostante i giudizi che si odono nei corridoi, io promuovo l’opera a pieni voti!
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”