In un futuro non troppo lontano, il surriscaldamento globale, l’inquinamento e la disattenzione dell’uomo causano un innalzamento delle acque e una immersione della maggior parte del pianeta. Il Vietnam, uno dei territori più fertili della Terra, si trasforma in una gigante novella Venezia, sprovvista però dei caratteristici canali. La gente vive su palafitte in canne e sterpaglie, si ciba per lo più di pesce ma non ha intenzione di allontanarsi da quella che una volta era la sua casa e il luogo in cui i propri avi sono stati sepolti. Impauriti dal morire di stenti, molti capitolano e cercano lavoro (di umile e silente manovalanza) nella Corporation che sta facendo studi nel territorio su una curiosa piattaforma.
Sao e Thi sono una giovane coppia, sovrastata dai problemi e non più rapita dal fuoco della passione dei primi anni di matrimonio. Un giorno il corpo di Thi viene trovato senza vita. Ė evidente sia un omicidio, ma sia la polizia sia la popolazione tengono comportamenti ostili nei confronti della giovane vedova, la quale non si dà per vinta. Inizia così una ricerca della verità che la porta a rincontrare le persone chiave della sua esistenza, sino all’inevitabile epilogo.
Il regista vietnamita arriva a Berlino in compagnia della prima attrice e della produzione al completo e omaggia chi gli ha permesso di concludere il lavoro. Il suo ė un film importante, girato in un paese in cui i fondi non hanno atteso molto prima di ridursi agli sgoccioli. Il Tribeca Film Institute ė giunto in suo soccorso e ha permesso a Nuoc 2030 di vedere la fine ed arrivare da noi.
Con una fotografia che colpisce tutti presenti, questa storia che mai scivola nella denuncia politica o nel film di protesta (data la situazione critica che la popolazione di quei luoghi deve affrontare ogni giorno, sarebbe stato sovrabbondante), Nuoc (letteralmente, acqua) si svolge in un futuro non troppo lontano e molto probabile. A metà tra il dramma e il thriller, con poca fantascienza ma molta romance, il film ė una poetica storia di amore e una dolce dichiarazione di appetenza ad una famiglia ed alla propria terra, che trae ispirazione dal racconto breve scritto da…
Accolto con applausi e molto interesse, il film ha un regista che vale la pena incontrare: il suo cv ė più fantascientifico dei suoi film e Nuoc, con poco riesce a tenerci per quasi due ore sulle spine.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”