Attenzione: il film in Italia è vietato ai minori di 18 anni
Infine è arrivato il giorno tanto atteso dalla sottoscritta, sveglia all’alba e corsa verso l’Auditorio per iniziare bene la giornata. La “Midnight Madness” di Toronto è, infine, arrivata in terre nostrane: oggi parliamo di “The Green Inferno” del maestro dell’horror Eli Roth. Abbiamo letto molto, sentito troppo e tanto sognato e, possedendo la versione uncut di “Cannibal Holocaust”, non stavo più nella pelle: l’ultima prodezza del cineasta americano, dedicata ad una tribù di indigeni dediti al cannibalismo stava iniziando a diventare un’ossessione da soddisfare al più presto :)
“The Green Inferno” è un’opera che, pur essendo di genere, trabocca azione, situazioni terrificanti e… divertimento! Con un pizzico di realismo, tanto rosso e poco orrore Roth riesce a confezionare un film godibile e mai stomachevole, che non provocherà insopportabili incubi notturni a nessuno. Questo inferno è, infatti, assai spassoso e godereccio al punto che la fame chimica dei protagonisti ha provocato a più di uno spettatore un piacevole languore da merenda di mezza mattina, prontamente soddisfatto con biscottini, cioccolatini e caramelline mentre al gruppo di malcapitati giovanotti sullo schermo ne capitavano di ogni.
Oggi prendiamo di mira degli universitari newyorkesi convinti che basti essere armati di iPhone per risolvere gli effetti collaterali più spinosi dell’economia di mercato. Una manciata di idealisti, neo-ventenni, figli di papà, si avventurano infatti in Perù, senza alcuna preparazione né vaccinazione, alla volta di un luogo isolato nel cuore della foresta per incatenarsi a dei bulldozer di una corporation che sta provocando l’estinzione degli indigeni in nome del progresso.
Come da migliore tradizione, partiranno in una decina e ne rimarrà soltanto uno (forse). Ci penseranno, prima i fucili puntati dai mercenari pagati da spietati capitani d’industria, poi i disastri di vario genere e per finire arriveranno dei nemici ostili linguisticamente e non solo… Tutti s’impegneranno a farli fuori uno ad uno e noi in sala ci divertiamo come dei bimbi in pasticceria! Diversamente da quanto si legge nel cyberspazio, di tributi ai padri del cannibalismo su grande schermo ce ne sono diversi, ma senza competere o rendere le scene ancor più estreme di come le ricordavamo. Questa pellicola non è truculenta ma vivace e strizza l’occhiolino sia al passato sia al trend del momento che prevede, appunto, molta leggerezza e qualche risata.
Tra i pregi di Eli Roth vi sono sicuramente una mirabile fantasia, la voglia di stupire il pubblico e la capacità di rovinarci il sonno. Questa volta, il regista ha prediletto l’elemento a sorpresa, caricando il plot di azione e colore. Il risultato è un gran bel film dell’orrore che potrebbe avvicinare al genere un pubblico più vasto del solito, sdoganando quindi opere che da noi ancora non riempiono interi multisala e questo senza rinunciare all’amato splatter e a una critica, neppure troppo velata, al mondo cosiddetto civile.
Voto: promosso con meritato applauso e… pregustiamo già il sequel!
Vissia Menza
Ultimo aggiornamento: il 25 settembre 2015
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”