Evento del mese è stato il viaggio a Toronto in occasione del suo International Film Festival, il cosi detto TIFF. Una scommessa di compleanno che a posteriori posso dire di aver vinto e una sicura sorpresa sotto il solleone di agosto, quando ho ricevuto un accredito oramai insperato. Arrivare oltre oceano ha significato affrancarsi, almeno per due settimane, dal caos e dalla canicola. Toronto è una città giovane e dinamica, con uno skyline in costante evoluzione e il Canada ha un’organizzazione tutta nord americana pur mantenendo un non-so-che di europeo che rende il suo popolo decisamente differente dai vicini di casa yankee.
Il lago Ontario è immenso, sembra un mare e più volte menzionandolo mi, anzi, tutti ci confondevamo, ma per noi Mediterranei è stato il più grande alleato: ha contribuito non poco a regalarci 15 giorni di sole e caldo da riviera con un cielo come non lo vedevamo da tempo (si sa, a Milano non brilliamo certo per la qualità dell’aria…) . Mi è dispiaciuto non riuscire a ritagliare una giornata per la classica gita in barca alla vicina isola, ma mi riprometto di farlo alla prossima edizione. Perché è stata tutta “colpa” del Festival: da un lato c’erano le sue irresistibili proposte e la sua efficiente organizzazione, dall’altro la mia insaziabile curiosità e soprattutto la cine-ingordigia. Il risultato è stato un costante avanti/indietro da una sala alla tastiera per tutto il tempo.
Il TIFF è diverso, e brilla di una luce propria ben differente dalle altre kermesse, è davvero unico! In questi giorni in molti mi hanno posto le medesime domande: come mai un festival tanto giovane (?!? questa era la 38° edizione!) sia così famoso, e cosa lo renda diverso dai nostri, insomma quale sia il suo asso nella manica. In effetti, il dubbio più ricorrente alle nostre latitudini è proprio comprendere come sia riuscito a dare del filo da torcere alla nostrana mostra del cinema di Venezia, forte delle sue 70 primavere e del titolo di madre di tutti i festival cinematografici.
La risposta è tanto semplice quanto disarmante, ecco le caratteristiche del TIFF:
1. la parola d’ordine è organizzazione, tutto è previsto e se manca, basta chiedere, qualcuno ti assisterà! Gli onori della cronaca sono quindi una logica conseguenza. Mi spiego, non ci si concentra sull’ottenere i riflettori puntati, quelli arrivano perché è una macchina orientata al business quindi tutti vogliono sfruttare al meglio la propria chance e nessuno vuole fare brutta figura, insomma, è un vero circolo virtuoso!
2. E’ il regno dell’abbondanza e non solo nella scelta culinaria. Le file fisiologiche scorrono (!!!), le proiezioni sono un numero spropositato e in base alla domanda aumentano, insomma, i film non si vedono solo in due casi: a causa del jet lag o per disinteresse.
3. La quiete regna sovrana, non ci sono scuse per perdere tempo e non lavorare, perché la cosa più incredibile è quella sensazione costante di essere finiti nella biblioteca a palazzo, peraltro la più attrezzata mai vista ;), nonostante la compagnia di migliaia di persone.
E chiudiamo proprio parlando dei palazzi. Quei meravigliosi grattacieli che sono ovunque e che disorientano il visitatore i primi giorni (io vivevo al 19° piano ed ero considerata una che stava in basso, gulp!), che riflettono la luce del sole e ti portano a toccare il cielo con un dito, rendendo la città totalmente cerulea. Perché se c’è una cosa che serberò gelosamente nella memoria è proprio quel colore, quel riverbero, quella sensazione di essere in un’altra dimensione, ovattata e limpida, a cui è difficile rinunciare. Ci vediamo l’anno prossimo!
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Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”