Risale solo a qualche settimana fa la recensione della nostra MP di “A Royal Affair“, film visto in anteprima sotto le stelle in quel del Castello Sforzesco di Milano. L’opera, presentata alla Berlinale 2012, ha saputo rendere avvincenti le – a noi sconosciute – pagine della storia danese di qualche secolo addietro, grazie ad un cast perfettamente calato nella parte e ad un ritmo che ha trasformato fatti realmente accaduti in un racconto ben più intrigante di tanti romanzi di finzione.
Oggi invece parliamo di un altro capitolo di storia, torniamo indietro solo di qualche decade, ma rimaniamo nelle terre vichinghe e per un paio di ore ci godiamo (mai verbo ė stato più adatto) il sorprendente “Sex, Drugs and Taxation”. Storia di due amici che forti di reciproca confidenza e incrollabile fiducia nell’altro, sono riusciti a fare investimenti e a aggirare il fisco in maniera del tutto fantasiosa.
Ma si sa, gli anni ’60 e ’70 erano quelli del boom economico, della rivoluzione sessuale, della libertà più estrema, osare era un dovere e tutto pareva possibile: essendo la Grande Guerra alle spalle solo da un ventennio, vivere (e godersi) la vita era quasi un obbligo. Così i due uomini, il primo eclettico imprenditore sciupafemmine e il secondo brillante nel riuscire a leggere i numeri delle dichiarazioni dei redditi e nell’interpretare le leggi, creano un sodalizio esplosivo in cui si supportano e talvolta sopportano.
La coppia si compensa alla perfezione: uno ė la coscienza dell’altro, che invece può mettere in pratica le teorie elaborate dal primo. L’avvocato ė il consigliere, il confidente e l’amico che tutto sa e mai giudica, ma all’occorrenza mette pezze e trova sempre un modo per risolvere anche le situazioni più opinabili. L’imprenditore ė lo scavezzacollo sempre alla ricerca di nuove emozioni che però si fida ciecamente dell’unica persona che ha sempre dimostrato di non rimanere al suo fianco per opportunità.
Intristisce quindi vedere che gli uomini siano disposti a buttare legami così preziosi al vento quando l’equilibrio s’inverte, dimostrando di non essere disposti a ricambiare. Tutti i racconti, infatti, hanno una morale e le favole purtroppo finiscono, anche quelle, come questa, che poggiavano su un legame così solido da costruire un impero economico senza precedenti. Cosa accada esattamente ė una divertente avventura che vi lasciamo scoprire, vi anticipiamo solo che rimarrete increduli che tutto ciò sia potuto accadere e che sino ad oggi nessuno abbia pensato di portare simili colorite gesta su grande schermo.
In “Sex, Drugs and Taxation” l’amicizia si riconferma forza motrice imprescindibile per la riuscita di grandi imprese (quelle apparentemente impossibili, per intenderci) e il tradimento dell’uomo per il dio denaro una costante senza tempo né luogo.
Pellicola intrigante, divertente, curiosa, ben recitata e musicata, storia disarmante e drammatica da vedere e usare come pretesto per un salto oltre confine. Oh boy, quel divertissement!
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”