Oggi parliamo di risate, perché ci sono state almeno due pellicole che hanno fatto venire le lacrime agli occhi alla platea: “Bad Words” e “The Stag”.
Il primo titolo è dell’americano Jason Bateman, re della risata a stelle e strisce, che qui veste il duplice ruolo di regista e di protagonista di una commedia che ha tanto divertito i madrelingua quanto ha messo alla prova gli stranieri. “Bad Words”, come s’intuisce dal titolo, gioca sulle parole, sul loro significato e sul loro uso più o meno appropriato. Il nostro protagonista, nonostante i quarant’anni suonati, è uno degli aspiranti vincitori della gara di spelling (competizione statunitense per bambini!) e non ha alcuna remora a usare brutte parole in modi e luoghi inopportuni. Il risultato è un film politicamente scorretto ma non talmente eccessivo da essere di cattivo gusto, volgare ma non scurrile (sono solo parolacce), divertente e tipico di una commedia che vuole abbracciare un vasto pubblico ma rimanere sopra la soglia del becero. Mi domando però se mai arriverà alle nostre latitudini: i giochi di parole sono tutti anglosassoni, le situazioni peculiari di una lingua che non si pronuncia come si scrive e il sarcasmo sarebbe tutto nelle mani dei doppiatori. Dato che la pellicola affida il proprio successo più al dire che al fare il rischio, di fatto, è che venga riscritta dalla prima all’ultima riga trasformandosi in tutt’altro. Il consiglio è quindi di annotarvi il titolo e intercettarlo nei cinema di terre straniere.
“The Stag” invece è una commedia irlandese, condita di umorismo irlandese, con un cast irlandese, che ci porta nelle terre irlandesi in compagnia di una manciata di maschi irlandesi alle prese con il classico e immancabile addio al celibato di un amico del gruppo. Come ogni commedia corale che si rispetti, ci sarà l’ospite inatteso, la sorpresa, il caos e alla fine “vivranno tutti felici e contenti”. Il motivo è semplice: non importa il finale ma il viaggio e tutto il divertimento è racchiuso in quel percorso ricco di fraintendimenti, imprevisti, confessioni e colpi di testa che si chiude con la morale che vogliamo. Alla fine la famiglia e gli affetti più cari sono l’unica cosa che conta! Dopo “Una Notte da Leoni” l’asticella qualitativa di questo genere di commedie si è alzata non poco al punto da soffrirne anche il terzo episodio dell’omonima serie (campione di incassi più per le risate sperate che per quelle provocate), ritrovarsi a ridere a crepapelle per tutta la durata del film ha quindi stupito non poco il pubblico. La trama sarà anche scontata, ma le gag funzionano alla perfezione! Che sia il cambio di luoghi, che siano i volti non inflazionati del cast, o altro, fatto sta che la pellicola colpisce nel segno anche quando la si recupera da soli indossando una cuffia su piccolo schermo, cosa che ho visto coi miei occhi accadere in Digital Library.
Tanto “Bad Words” richiederà non pochi sforzi di traduzione, quanto “The Stag” ha possibilità di arrivare presto anche da noi e scaldarci durante il prossimo inverno :)
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”