Mentre tutti sono intenti a scoprire qualcosa in più dei film che hanno vinto il Pardo ieri sera a Locarno, vi segnaliamo un film che a noi è piaciuto molto: Real
In un futuro non troppo lontano Atsumi, disegnatrice di manga, ha il blocco creativo e tenta il suicidio. Le va male e finisce in coma per un anno, dopo di che i medici decidono di creare un collegamento neuronale con Koichi, amico d’infanzia e suo compagno nella vita, allo scopo di scoprire perché abbia fatto un gesto così estremo e nella remota possibilità di risvegliarla. Il risultato è l’inizio di un viaggio nella testa della ragazza, parliamo con lei anche se appare determinata unicamente a concludere i suoi disegni e a farsi portare uno schizzo fatto durante l’infanzia.
Inizia così il film “Real”, due abbondanti ore di lungometraggio fanta-giallo, ricco di suspense e tecnologia, etereo nella fotografia e nell’aspetto dei protagonisti, cui ogni inquadratura, ogni situazione è ricca di simboli. Un viaggio nella mente, nei ricordi e un caso da risolvere, un vero mistero con tante sorprese. Fin da subito appare una delle opere più solide della sezione in cui concorre ma, arrivando dal Far East, probabilmente, incontrerà il mio favore e quello di una manciata di altre persone, anche se il regista è oramai abituale frequentatore di Cannes e delle altre grandi kermesse cinematografiche del mondo.
Con particolare predilezione per lo splatter, senza però (saggiamente) mai accarezzare l’horror, puntando solo sull’effetto sorpresa, il regista confeziona un’opera sorprendente, che dal romanzo “A perfect day for Plesiosaur” attinge la trama, la simbologia (personificazione delle paure, dell’inconscio e di molto altro) e grazie alla commistione di generi ci regala un’opera densa e intelligente che ogniqualvolta potrebbe scivolare nel ripetitivo, scontato o noioso, riesce a stupirci con una novità.
Grazie all’esperienza del regista e ad un cast di giovani attori affermati e molto noti in patria il film, che ha diviso la stampa durante la sua anteprima (l’unione con generi più commerciali non poteva raccogliere il plauso di quello zoccolo duro che non ammette digressioni o evoluzioni della settima arte), potrebbe invece essere in grado di raccogliere sia l’approvazione dei palati più esigenti – grazie al solido intreccio, all’abile regia e alla scenografia spettacolare – sia avvicinare curiosi e persone abituate ad un cinema leggero a un cinema più strutturato.
Avventuroso, sorprendente, ricco, intelligente, attento viaggio nei meandri della mente e delle umane paure. Non è la adattamento nipponico di “Inception” né la versione moderna di Hitchcock, è solo una visione per nulla melodrammatica della lotta che spesso ognuno di noi deve fare con i propri demoni per andare avanti.
Voto: 7, un bel film che dimostra come anche la poesia possa essere accessibile a tutti.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”