Durante l’ultima settimana, la città è stata un fermento unico dimostrando che i giorni sono davvero troppo pochi per poter godere a pieno di quanto proposto, soprattutto se si è insaziabili curiosi come la sottoscritta e si subisce il fascino di ogni nuova forma artistica che riesca a non essere clone della vicina di… stand. Ho quindi un debito verso l’organizzazione di Art Basel che, aprendo i battenti delle immense Hall 1 e Hall 2 alle ore 11.00, mi ha concesso un lungo sonno ristoratore, il tempo per fare un’abbondante colazione ogni mattina e di “ingannare” l’attesa dell’apertura quotidiana, con una bella passeggiata per le vie cittadine, all’aria fresca tipica della regione! 

Come promesso qualche giorno fa, la nostra prima missione è stata la ricerca della fontana dello scultore svizzero Jean Tinguely, in cui – ironicamente – siamo letteralmente inciampati a pochi metri dal nostro albergo, quindi… rullo di tamburi… eccola qui:

Inaugurata nel 1977, difronte al Teatro della città, questa fontana è in eterno movimento: una vasca dal fondo asfaltato (per volere dello stesso artista) all’interno della quale si muovono varie figure meccaniche (alimentate da corrente elettrica!), ricreando l’interazione tipica degli attori su un palcoscenico. L’effetto è davvero divertente e, in giorni come questi, anche molto refrigerante per grandi e piccini.

Appena ripresi dalla sindrome di Peter Pan, rapidamente emersa dal profondo del nostro IO, carichi al massimo per le mille emozioni, ci siamo messi alla ricerca dell’Hammering Man, con il sentore si stesse celando da qualche parte intorno a noi :-) In effetti, dopo una buona mezz’ora girando in tondo per il medesimo isolato, con il sole sempre più vicino allo zenit, ma per fortuna all’ombra delle fresche frasche, infine abbiamo trovato il simbolo della città che troneggiava – e prendeva a martellate il palazzo in cui ha sede un colosso dell’economia del Paese – in un crocevia insolitamente deserto:

Solo allora, infine appagati, ci siamo sentiti pronti per tornare al campo base e immergerci nella nuova (e ultima) giornata fieristica, dedicata alle grandi, immense, emozionanti istallazioni extralarge della sezione “Unlimited” (situata nella Hall 1),  un’ottantina di opere circa dalle dimensioni eccedenti un normale stand fieristico. Non preparati, ben presto abbiamo avuto a che fare, per la seconda volta in poche ore, con la sindrome di Peter (Pan), riemersa con violenza alla vista della flotta di barche dorate di Wolfgang Laib che pareva voler conquistare un continente, ai tetti della “Nature Morte” di L.N. Tallur per nulla deprimente o lugubre, e passeggiando sotto la fitta “tela” di “In Silence” dell’artista Chiharu Shiota, solo per menzionarne alcuni.

@MCH Messe Schweiz (Basel) AG

La nostra prima full immersion in questa grande fiera dell’arte è stata davvero intensa: ci siamo trovati di fronte non solo ad istallazioni impreviste, ma anche a molte opere di artisti normalmente fruibili solo nei musei; abbiamo bevuto caffè gomito a gomito con i più grossi collezionisti del pianeta; e ci siamo confrontati con galleristi dei quattro continenti. La sensazione è stata di aver avuto il privilegio di vivere l’arte a 360 gradi e di essere stati ad un appuntamento imprescindibile sia per il mercato sia per gli appassionati, in una città che ha fatto dell’arte e della cultura in generale il suo punto di forza.