La classifica dei libri più venduti è dominata da qualche settimana da Roberto Saviano e dal suo “ZeroZeroZero”, un viaggio profondo nel mondo del traffico degli stupefacenti che fin dal titolo richiama il maggior grado di purezza della cocaina, droga su cui si concentra il racconto dell’autore di “Gomorra”. Un primato destinato probabilmente a tramontare nel giro di poco tempo, perchè in questi giorni è sbarcato in libreria il nuovo romanzo di Dan Brown (“Inferno”) ed i livelli raggiunti dalle prevendite (oltre all’avvicinarsi di sdraio ed ombrelloni) pongono le premesse per un nuovo successo editoriale.

Ciò nonostante, non si può non affermare che il nuovo lavoro di Saviano sia un bestseller: come accade sempre in occasione dell’uscita della proposta di un titolo da parte di chi ha avuto un immenso successo precedentemente, il gioco dei numeri e del “sta vendendo meno rispetto alle aspettative” è già in corso da un paio di mesi. Feltrinelli ha tenuto qualche giorno fa a fornire alcune cifre: la prima tiratura è stata di 460mila copie, se ne sta approntando una seconda da 50mila pezzi, ed i download digitali hanno raggiunto il numero di circa 10mila, fra i più alti della giovane storia del mercato ebook italiano.

Ma cosa aspetta l’acquirente di “ZeroZeroZero” dopo la bella copertina, essenziale ed evocativa?

Certamente NON un romanzo: non attendetevi una trama, un finale, uno sviluppo scenico. Si tratta decisamente di una inchiesta, una vera inchiesta giornalistica che contiene – questo sì – un numero quasi infinito di storie. Dopo una splendida introduzione, diretta e avvolgente, in cui Saviano punta l’attenzione sul fatto che una economia globale di queste dimensioni poggia totalmente sul consumo, il racconto prosegue con i racconti delle vite di piccoli e grandi protagonisti del narcotraffico internazionale, da Triple Cero (da cui il titolo), soprannome di Salvatore Mancuso, capo delle unità paramilitari colombiane ai concorrenti messicani, nuovi protagonisti dello scenario internazionale e caratterizzati da una ferocia senza limiti. Ci si perde quasi nei mille rivoli che compongono una potenza economica da 300 miliardi di euro di fatturato (!), ma il minimo comun denominatore rimane costante, ed è composto da miserie umane, violenza, torture, vittime più o meno innocenti, in una discesa agli inferi di dantesca memoria.

Un libro che non lascia spazio all’immaginazione, e costringe il lettore ad una analisi lucida ed estremamente realistica dell’Orrore vero, mille volte più spaventoso di qualsiasi opera di fantasia.

P.S. Per stemperare un po’ la tensione, la Palma d’Oro per la migliore battuta del trimeste la assegno a Teo Mammuccari: “Il nuovo album di Renato Zero si intitolerà SavianoSavianoSaviano”