Cao è un uomo di mezza età che lavora nel crematorio di una piccola città nella remota provincia Shaanxi. Secondo le usanze locali, la cremazione è riservata solo ai morti il cui corpo non viene reclamato da familiari o amici. Per guadagnare qualche soldo, con la complicità dell’amico Xie propone i corpi delle ragazze più giovani e carine come “spose fantasma” ai familiari dei defunti non sposati. In queste cerimonie i due corpi vengono sepolti nella stessa tomba in modo che possano trascorrere insieme le loro vite dopo la morte.

Cao è molto solo, non ha parenti se non nel suo lontano villaggio, la donna con cui aveva una relazione è tornata col marito e in più ha appena scoperto di essere malato terminale. Perciò, quando la polizia consegna al crematorio il corpo non identificato di una giovane suicida, decide di tenere la defunta per sé, per farne la sua sposa quando verrà il momento.

L’arrivo di Xiuqiao, sorella della donna, complica le intenzioni di Cao. Inizialmente non le dice nulla, nega di riconoscere la fotografia che lei gli mostra, ma poi scopre che si è trasferita in città e che si prostituisce per mantenersi durante la ricerca. In preda al rimorso paga la forte multa comminatale per il reato di prostituzione e poi la ospita in casa sua. Fra i due nasce un rapporto padre-figlia, tenero e rispettoso. A questo punto Cao le rivela la triste sorte della sorella e le propone di cederne il corpo alla ricca famiglia di un ragazzo morto in un incidente di moto, perché lei non può certo permettersi le spese di un funerale.

Inizialmente Xiuqiao rifiuta, inorridita. Ma poi la salute di Cao si aggrava e non ci sono soldi a sufficienza per l’ospedale e le cure. Xiuqiao, presa fra il dovere di gratitudine per un vivo e la devozione familiare per la sorella morta, sceglie Cao: firma il contratto e assiste, affranta, al fastoso matrimonio/funerale col ricco motociclista.

Purtroppo quel denaro mal guadagnato porterà solo sfortuna.

Il regista e sceneggiatore Peng Tao ha iniziato come documentarista e si vede soprattutto dalla splendida, limpidissima fotografia; ha voluto usare attori non professionisti ed ha evitato una qualsiasi colonna musicale proprio per rendere tutto più realistico. E’ un film delicato e garbato, molto triste e per niente macabro, che racconta un’insolita amicizia fra due persone unite dalla quotidiana lotta contro la propria solitudine e divise dal bisogno di entrambi di denaro. E insieme ci mette davanti a una Cina dove ancora sussistono, in ambiente rurale lontano dalle grandi città, abitudini e rituali che computer e cellulari non sembrano in grado di sradicare. Oltre al conflitto fra la tecnologia e il crescente consumismo con le antiche tradizioni, c’è anche la battaglia contro la povertà che le persone devono sostenere in un Paese in rapidissimo sviluppo. “Xiuqiao si rende conto di continuo che non può permettersi niente. La gente di campagna in Cina è quella che ha la vita più difficile. Vivono in un mondo dove anche i cadaveri possono spuntare un prezzo, e spero che il mio film possa dire qualcosa sulla complessa relazione in Cina tra il denaro, la morale e la tradizione.”


Peng Tao ha debuttato nella fiction in grande stile nel 2004, quando neodiplomato alla prestigiosa Accademia Cinematografica di Pechino, ha vinto con LITTLE MOTH il premio per il Miglior Corto ai Festival di Locarno, Tromso, Hong Kong e Bucarest. I suoi successivi due lungometraggi, pur visti con successo al Sundance, purtroppo non sono mai stati distribuiti in Europa, ed è un vero peccato. Speriamo che la vittoria di questo suo magnifico THE CREMATOR al 23° Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina di Milano dia finalmente la sveglia ai distributori di casa nostra.