Victor ha 17 anni, lavora come garzone delle consegne negli immensi mercati generali di Asunciòn, si incanta davanti alle vetrine dei negozi di elettrodomestici guardando vecchi film d’azione e sogna di comprarsi un cellulare che fa le foto. Un giorno un macellaio, a causa di un’ispezione a sorpresa della Polizia, lo incarica di prendere 7 casse dal retro del negozio e di nasconderle – appena tutto tornerà tranquillo verrà avvisato, le riporterà e sarà ricompensato con 100 dollari.
La perdita del lucroso incarico provoca le ire di Esteban, abituale collaboratore del macellaio e concorrente di Victor, arrivato in ritardo perché aveva un bambino malato: d’ora in poi farà di tutto, ma proprio di tutto, per appropriarsi delle casse e intascare la ricompensa. Poi ci sono la 15enne Liz, chiacchierona e rompiscatole, segretamente innamorata di Victor e che non lo lascia mai solo, e la sorella Leti, che fa la cuoca in un ristorante coreano; Jim, figlio del padrone del ristorante e innamorato di Leti, e la collega di Leti, incinta al nono mese di Gus, dipendente del macellaio; la commessa del negozio di cellulari che civetta coi poliziotti di passaggio e un orrendo ma simpaticissimo travestito; un gruppo di poliziotti, onnipresenti ed efficientissimi, e degli instancabili e spietati facchini, assoldati dal sempre più inferocito Esteban quando scopre (o meglio, crede di aver scoperto) cosa c’è davvero nelle 7 casse.
Non ricordate di avere mai visto un film paraguyano? Nemmeno i paraguayani stessi, visto che sono forse una ventina i film per il cinema prodotti nel paese fino a 10 anni fa. Ma con la televisione è nata negli ultimi anni una generazione di giovani film-makers, provenienti per lo più scuole di cinema o da esperienze pubblicitarie all’estero. Fra di loro anche i registi Juan Carlos Smareglia (anche sceneggiatore) e Tana Schémbori di questo sorprendente, divertentissimo 7 CAJAS. Vengono dai video musicali e si vede fin dai primi secondi, per l’uso martellante e impeccabile della colonna sonora, per il montaggio serratissimo, per la grande abilità nelle riprese notturne, per l’uso del colore e di alcuni tagli di inquadratura che derivano direttamente da cartoon e manga.
Entrambi nativi di Asunciòn, mostrano di conoscere come le loro tasche questa città nella città che sono i suoi enormi mercati generali (sede di commerci più o meno leciti di giorno, immaginiamoci di notte) in cui il film è integralmente ambientato nell’arco di 24 ore. E’ recitato interamente nel misto di castigliano e guaraní (la lingua degli indios locali, abitualmente parlata dal 90% della popolazione del Paraguay) che è il vivace dialetto di Asunciòn, e questo dà sicuramente una marcia in più a tutti i dialoghi (Dio benedica l’addetto ai sottotitoli, questa volta il suo lavoro deve essere stato improbo).
Difficile inserirlo in un genere: un po’ action per via di inseguimenti e sparatorie, un po’ thriller per il mistero che circonda il contenuto delle 7 casse, molto comico per i siparietti fra i più assurdi personaggi che si possano immaginare, ha momenti teneri e onirici e anche una non così nascosta vena di critica sociale. L’unica definizione che mi sento di dare è: un felicissimo mix fra Lina Wertmüller e Quentin Tarantino. Vi sembra poco?
Casalinga per nulla disperata, ne approfitta per guardare, ascoltare, leggere, assaggiare, annusare, immergersi, partecipare, condividere. A volte lunatica, di gusti certo non facili, spesso bizzarri, quando si appassiona a qualcosa non la molla più.