Immaginate una sera di coricarvi con un forte malessere e di svegliarvi la mattina seguente nel corpo di un altro. lo so, state per alzare gli occhi al cielo e vi stanno tornando alla memoria numerose pellicole per adolescenti proposte a cadenza regolare negli anni passati, a partire da “Big” con protagonista un Tom Hanks tanto smilzo da sembrare impossibile sia la stessa persona di oggi, o il classico degli anni ’90 “Nei panni di una bionda” o ancora il ben più recente “Camille Redouble” visto qualche mese fa al Festival di Locarno.
Forte di un soggetto che lascia ampio spazio alla fantasia degli sceneggiatori e del pubblico, che può svagarsi spensierato, questa versione della storia è più drammatica, ma non meno divertente: l’anima di un colto filosofo trasla nel corpo di un suo studente, la cui giovane anima fa perdere le proprie tracce mentre il corpo del primo non è più recuperabile.
Questa pellicola è stata la vera sorpresa del terzo giorno di festival offrendoci l’occasione di incontrare un attore già apprezzato in passato; confermandoci che il ragazzo abbia un gran talento; e adottando un registro in costante movimento in grado di catalizzare e far sorridere il pubblico. Esatto, una sottile ironia ci accompagna dall’inizio alla fine senza mai sopraffare il lato più serio che, a sua volta, grazie al cielo non scivola in una valle di lacrime.
Rapporti famigliari tesi, problemi economici e senso d’inadeguatezza sono ben chiari, talvolta non è necessaria neppure una frase, gli sguardi o le situazioni della durata di una inquadratura sono sufficientemente eloquenti. Voglia d’integrazione e riscatto, di ambienti più stimolanti, di visibilità, di denaro e soprattutto di amore sono la naturale conseguenza e il perfetto pretesto per coinvolgere tutti ad di la e al di qua dello schermo.
Con la curiosità sempre ai massimi livelli, seguiamo questo intrepido ragazzo di origini algerine che, superato l’iniziale shock, si arrende al fatto che non sia una buona idea sbandierare al mondo lo “scambio di anime” (interpretabile solo come un attacco di follia tale da meritare la camicia di forza) e decide di non solo accettare la nuova situazione ma di volgerla a proprio favore :)
Vivere in ambienti più stimolanti, essere notato, avere una chance e soprattutto incontrare la passione sono le forze che spingono Yacine a sedurre pian piano tutti, sullo schermo gli affetti più cari e in sala il pubblico. In poco meno di due ore comprendiamo come sia riuscito un titolo non del concorso principale a riempire tutte le proiezioni. L’opera è garbata, intelligente, guida lo spettatore e stimola la sua fantasia, dandole spazio per piccole e libere interpretazioni.
Intrigante, appassionante, divertente, poetico e vitale, “Je ne suis pas mort” speriamo superi presto i confini nazionali. Vedere per credere!
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”